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Twisties: i demoni nella mente dei ginnasti

Cosa sono i twisties?
I twisties sono fenomeni psicologici che si riferiscono ad un particolare tipo di blocco mentale che un ginnasta può sperimentare all’improvviso proprio durante lo svolgimento di un determinato movimento in aria, in particolare in quelli che includono rotazioni e avvitamenti.
Si riferiscono a sensazioni di disorientamento percettivo causate da una disconnessione tra mente e corpo in cui il ginnasta perde, a livello fisico, la capacità di percepire il movimento e la propria posizione nello spazioindipendentemente dalla vista.
Questa mancanza di consapevolezza porta inevitabilmente a non sapere come e quando si atterrerà, causando così cadute o possibili infortuni.
Nella ginnastica artistica, i complessi movimenti che vengono inseriti negli esercizi vengono ripetuti numerose volte nel corso degli allenamenti al fine di permettere all’atleta di sviluppare memoria muscolare, ovvero la capacità di svolgere determinati elementi in modo automatico, senza la necessità di doverli pensare attivamente.
In particolare, nelle fasi finali del perfezionamento del movimento, a seguito delle prime fasi di tentativi ed errori seguite da feedback importanti da parte degli allenatori, il ginnasta si concentra maggiormente sul “sentire” il proprio corpo in movimento.
Il termine “twisties” si è diffuso tra il pubblico in particolare durante le Olimpiadi di Tokyo 2020, quando per la prima volta la ginnasta statunitense Simone Biles ha parlato apertamente della sua esperienza con questi blocchi mentali. Durante lo svolgimento della competizione, Simone ha rischiato di cadere in modo pericoloso perdendo il controllo delle rotazioni aeree durante un salto al volteggio.
Dopo questo episodio, la ginnasta ha deciso di ritirarsi da alcune finali di specialità a cui si era qualificata al fine di proteggere la propria sicurezza e per ristabilire la propria salute mentale.
Questo comportamento inaspettato da parte di una ginnasta che prima di allora non aveva mai sbagliato niente, ha posto l’attenzione pubblica sull’importanza della salute mentale nell’ambito dello sport condotto ad alto livello.
L’ammissione dei propri limiti e delle proprie difficoltà dovrebbe essere interpretata non tanto come una debolezza individuale, bensì come un’occasione di miglioramento e di crescita personale.
Da cosa derivano i twisties e come si possono prevenire?
Come preannunciato precedentemente, i twisties sono il risultato di una disconnessione tra il sistema cognitivo e quello motorio. In particolare, durante l’esecuzione di un movimento, un ginnasta può non riuscire a percepire in maniera accurata la posizione del proprio corpo, portando ad una perdita di controllo che aumenta il rischio di cadute ed infortuni.
Da un punto di vista psicologico questo fenomeno può derivare da eccessivi livelli di ansia e stress. Questi, infatti, possono alterare la capacità del cervello di integrare in modo ottimale le informazioni percettive e visive. Ad esempio, quando un ginnasta è sotto pressione per una gara, l’attività delle aree prefrontali che sono responsabili del controllo motorio può diminuire e peggiorare il senso dell’orientamento spaziale.
La mancanza di un adeguato supporto psicologico e l’eccessivo allenamento possono aumentare la probabilità del verificarsi di questi problemi, portando l’atleta ad essere più vulnerabile.
Da un punto di vista fisiologico, invece, elevati livelli di fatica fisica e mentale possono contribuire all’avvenimento dei twisties: allenamenti intensi, se non correttamente alternati a momenti di recupero, possono esaurire risorse energetiche e diminuire così la capacità di mantenere un controllo efficace dei movimenti.
Inoltre, le differenze individuali nella gestione dello stress e nella resilienza mentale hanno a loro volta un ruolo importante nella comparsa dei twisties: atleti che mettono in atto tecniche di mindfulness, rilassamento e visioning riportano maggiori capacità di gestione dello stress.
È altrettanto importante, inoltre, riuscire a pianificare le sessioni di allenamento integrandole con adeguati periodi di recupero, poiché l’affaticamento fisico e mentale può compromettere il controllo motorio e favorire l’insorgenza dei twisties.
Inoltre, esercizi di visualizzazione e simulazione, in cui le ginnaste immaginano mentalmente l’esecuzione corretta dei movimenti, possono rafforzare il controllo neuromuscolare e migliorare l’orientamento spaziale.
Quando i twisties si manifestano, può risultare utile una pausa temporanea dall’allenamento intensivo per permettere al sistema nervoso di recuperare e ricalibrarsi. In determinati casi si possono integrare interventi personalizzati di uno psicologo sportivo per aiutare l’atleta a comprendere e affrontare le radici emotive del problema, identificando eventuali pressioni o fattori esterni che contribuiscono al sovraccarico emotivo.
Infine, la creazione di un ambiente di allenamento che valorizzi non solo le competenze tecniche, ma anche il benessere psicologico, è cruciale. Un supporto continuo da parte degli allenatori e dei compagni di squadra può contribuire a creare una cultura di sicurezza e fiducia, elementi fondamentali per contrastare il fenomeno dei twisties.
In sintesi, prevenire e curare i twisties significa adottare strategie che integrino la gestione dello stress, un’adeguata pianificazione dell’allenamento, esercizi di visualizzazione e il supporto psicologico, creando un ambiente di lavoro che favorisca il benessere complessivo dell’atleta.
A cura della Dott.ssa Irene Piva
Dott. Alessandro Bargnani | CEO CISSPAT LaB
BIBLIOGRAFIA
Bastoni, I. (2021). Twisties: cosa accade nella mente di un ginnasta. Il caso di Simone Biles.
Farsi, M. R. (2024). I twsisties nella ginnastica artistica: quei terribili “demoni nella mente”.
Sportiva Mens. (2024). I twisties nelle prove sportive: cosa sono e chi colpiscono.