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TIRI LIBERI NEL BASKET: PERFORMANCE E PRESSIONE
- 1 gennaio 2024
- Posted by: Annayoga
- Categoria: Uncategorized
Il basket è uno sport molto rapido e veloce, i giocatori hanno poco tempo per pensare all’azione da eseguire, che sia una scelta tattica o tecnica. L’unico momento della partita in cui un giocatore ha la possibilità di “rilassarsi” per pensare all’esecuzione del tiro corrisponde al tiro libero dalla lunetta: apparentemente una semplice azione durante una partita, è in realtà uno dei momenti psicologicamente più impegnativi per un giocatore.
Il tiro libero (gesto eseguito senza l’ostacolo della difesa avversaria durante la partita) è un tiro dalla media distanza definito come il tiro a più alta percentuale possibile che un giocatore può permettersi di tirare durante una gara; il giocatore, in questo momento, ha il tempo necessario per ripensare al gesto tecnico da eseguire che, rispetto ad una situazione dinamica di partita, è molto più semplice da controllare, essendo per l’appunto una situazione statica.
La presenza di un pubblico numeroso, per esempio, può aumentare il livello di ansia dei giocatori durante i tiri liberi; l’atleta si ritrova in una situazione “anormale” perché nella pratica durante gli allenamenti, l’ambiente circostante e la pressione sono praticamente inesistenti, il giocatore è completamente concentrato nell’attuazione del gesto tecnico. Anche il contesto, per esempio di una partita punto a punto, può condizionare negativamente gli atleti che si trovano a dover tirare i tiri liberi che decreteranno la vittoria o la sconfitta della propria squadra.
È facile capire come una situazione di ansia di questo tipo possa andare ad influire sulla performance dell’atleta alterando il suo stato mentale, e conseguentemente fisico, creando tensione muscolare e compromettendo il gesto tecnico. Vi sono molti esempi famosi, anche di giocatori veterani con anni di esperienza, ritrovarsi in una precisa situazione e sbagliare il tiro libero; per esempio, George Hill (81% dal tiro libero) nel 2018 durante gara 1 delle finali NBA sbagliò il tiro libero della vittoria perdendo successivamente la partita.
La gestione dello stress è cruciale per il successo dei tiri liberi. I giocatori che sono in grado di controllare l’ansia e mantenere la concentrazione hanno maggiori probabilità di ottenere una performance positiva. La pressione non è intrinsecamente negativa, piuttosto, è la gestione di tale pressione che distingue i giocatori di successo da quelli meno performanti.
Diversi fattori possono influenzare la performance del tiro libero. Sicuramente, l’autostima del giocatore, la fiducia nelle proprie abilità e la capacità di rimanere concentrati sono tutti aspetti importanti che mantengono alti i livelli di performance, ma spesso, soprattutto nelle partite più complicate, tali caratteristiche non bastano per raggiungere l’obiettivo.
Risulta importante che l’atleta sviluppi in primis un approccio positivo e di fiducia delle sue competenze e nel gesto tecnico da eseguire, che rappresenta la base per poter poi migliorare tecnicamente e sviluppare, in un secondo momento, le competenze mentali adeguate per gestire l’ansia e la pressione durante la partita.
Per migliorare l’aspetto della pressione, è utile implementare tecniche di rilassamento o di visualizzazione durante gli allenamenti, cercando di lavorare specificatamente per quella situazione. Il motivo principale di questa affermazione riguarda il fatto che in partita il giocatore ha 10 secondi per poter realizzare il suo tiro libero; è fondamentale riuscire a ritrovare in quei 10 secondi la calma, rilassatezza e la concentrazione.
La respirazione risulta estremamente importante per raggiungere tale obiettivo; infatti, molti atleti utilizzano qualche secondo del loro tempo per concentrarsi sulla respirazione per poter gestire la pressione.
Oltre a questo, un altro fattore che aiuta tale gestione è la creazione di una routine Pre-Tiro, che consiste in una sequenza di azioni o pensieri che possono aiutare a stabilizzare la mente e creare uno stato mentale ottimale che riesca, quindi, a ridurne l’ansia.
Per esempio, la routine pre-tiro di Kobe Bryant era sempre la stessa, seguiva tale sequenza di movimenti: si asciugava le mani dal sudore, lanciava la palla in alto davanti a sé e la riprendeva, inspirava ed espirava in maniera veloce, eseguiva tre palleggi e, appena ripreso il pallone in mano, fissava il canestro per qualche secondo prima di eseguire effettivamente il tiro. Tale sequenza gli permetteva di ritrovare la tranquillità mentale, che influenzava di conseguenza anche l’aspetto fisico.
In conclusione, la psicologia dei tiri liberi nel basket è un campo complesso in fase di sviluppo. L’interazione tra fattori sociali, pressioni esterne e aspetti psicologici crea una molteplice di possibilità di approfondimento del tema. Questi fattori non solo possono aiutare allenatori e giocatori a migliorare il livello di performance, ma possono anche avere applicazioni più ampie nella psicologia dello sport e nella comprensione della gestione della pressione rispetto a specifiche abilità o situazioni.
A cura di Tuzi Alessandro
Dott. Alessandro Bargnani – CEO Health & Human Performance
BIBLIOGRAFIA:
Nadav Goldschmied (2021) – Free throw shooting performance under pressure: a social psychology critical review of research – International Journal of Sport and Exercise Psychology
Kanupriya Garg (2012) – The Effect of Heart Rate Variability Biofeedback on Performance Psychology of Basketball Players Maman Paul
Zheng Cao et al. (210) – Performance Under Pressure in the NBA Article (Journal of Sports Economics)