NEWS
Stato di Flow & Piramide Prestazionale
- 4 gennaio 2018
- Posted by: amministratore
- Categoria: Articoli
Lo stato di flow inteso come esperienza ottimale è uno stato di coscienza in cui la persona è completamente immersa in un’attività. Questa condizione è strettamente correlata alla peack performance dell’atleta e del team. Raggiungere e mantenere questo stato porta il Coach, lo staff e i giocatori/atleti ad essere focalizzati sull’obiettivo, e a essere motivati ad uno stato di gratificazione negli allenamenti e in gara. E’ importante allargare la visione non solo al giocatore ma al macro sistema competitivo orientato (Head Coach, Staff, giocatori/atleti).
Mantenere questo stato di attivazione rappresenta una delle principali richieste che vengono rivolte al CISSPAT LAB nelle consulenze per nazionali, club ed atleti individuali. E’ un obiettivo verso il quale tutti puntano nel mondo dello sport: alzare le prestazioni, mantenerle e raggiungere gli obiettivi di processo e di risultato.
“Facile da condividere ma difficile da raggiungere” spesso è la risposta dei team manager o head coach. In questo articolo mostreremo il quadro e il processo da impiegare per lavorare sulla piramide prestazionale.
La Piramide Prestazionale
La Piramide Prestazionale fornisce sia la struttura che il processo per identificare e sviluppare i principali fattori coinvolti nelle prestazioni sportive individuali e di Team. La Piramide Prestazionale è costituita da cinque componenti/skills psicologiche che influiscono in misura gmaggiore sulla prestazione atletica (vedi nell’immagine). Questi fattori possono facilitare o interferire con le prestazioni. Il nostro obiettivo è capire la relazione, la sequenza con i singoli fattori e pianificare strategie e piani d’azione per rafforzare lo stato del team.
Motivazione. Alla base della Piramide Prestazionale si trova la motivazione, che noi la interpretiamo come la benzina che muove la macchina. E’ infatti un’alta motivazione che ti mette in condizione di fare tutto il possibile dal punto di vista prestazionale, fisico, tecnico, competitivo per essere immerso in uno stato di peak performance. E’ necessario quindi investire tempo per conoscere individualmente ogni giocatore e parte di staff per capire cosa muove e motiva ogni singolo componente. Conoscere ciò mette in condizione di fare rabbocchi di benzina nei momenti difficili o di frustrazione o durante battute d’arresto. Avere questa tanica può permettere di non fermarsi di fronte al traguardo.
Confidence. La confidence, in questo specifico articolo, possiamo rappresentarla come uno sciroppo. Quanto più è diluito quanto la prestazione sarà poco efficace. La fiducia è fondamentale si possono avere tutte le abilità nel mondo, ma se non si ha confidence nelle proprie skills, si possono non raggiungere gli obiettivi: per esempio se un giocatore di tennis, rugby, calcio dopo un errore si abbatte, si arrabbia, viene ripreso, questo molto probabilmente abbasserà l'”asticella” durante la competizione. Abbassare l’asticella significa che eseguirà azioni “semplici”. Per il tennista sarà un rovescio sicuro, per il rugbysta sarà una giocata corta, per il calciatore un passaggio corto. Questo tipo di funzionalità fa diminuire le skills dell’atleta o della squadra, come se funzionasse al 60% 70% 80%. Molto diverso lo stesso atleta immerso in uno stato di flow in cui autostima e confidence alte porterebbero lo stesso tennista ad attaccare a rete, il rugbysta a fare un offload, il calciatore a provare un cross coast to coast. Molti atleti abbassano la propria performance ancor prima che la gara inizi abbassando la propria confidence con self talk negativi e svalutazione interne.
Come tutte le skills anche le mental skills sono allenabili, pertanto la confidence è un’abilità che si sviluppa e si mantiene con la pratica. Una solida confidence rappresenta a livello numerico statistico la differenza tra giocatori di elitè e giocatori di alto livello con prestazioni altalenanti. Come ultima considerazione bisogna lavorare sul locus of control interno e non esterno.
Intensità. L’intensità è un costrutto complesso da definire. Si fonda sulle due basi sottostanti (motivazione e confidence) ed è propedeutica per arrivare alla cima. Questa deve essere alta sia in allenamento che in gara. Ottime società, ottimi headcoach, alte motivazioni, ottima confidence e buona gestione delle emozioni non potranno essere d’aiuto se il corpo non è fisiologicamente in grado di fare ciò che deve fare per poter dare il meglio. L’intensità implica la quantità di attivazione fisiologica che si avverte prima e durante l’allenamento e la competizione. Essa è un mix perfetto tra sonno/veglia, attivazione attacco/fuga, buon riposo sotto stress, alimentazione… L’indicazione è portare l’atleta ad ascoltarsi e a imparare a riconoscere i momenti di ottimale attivazione e di bassa attivazione.
Focus / RiFocus Il Focus è la capacità di focalizzare e indurre la propria performance sia in sport in open skills (es, calcio basket , rugby) che in closed skills (es. tiro con arco, tiro al piattello). Il RiFocus conoscere le strategie mentali e allenarsi a richiamare il focus attentivo anche in presenza di errori o pressioni. Ovvero non essere travolto dalla situazione ma governare in sicurezza il piano B quando le cose possono non andare per meglio.
Emozioni. La gestione delle emozioni rappresenta la parte più alta e difficile da raggiungere, ma una volta raggiunta darà maggiore stabilità e centralità alla piramide. Per questo aspetto è fondamentale anche lo staff. Lo sport di alto livello porta in sé una serie complessa di emozioni che emergono rapidamente in maniera altalenante e con poca previdibilità. Mi viene in mente in episodio che riguarda un Coach visto recentemente: si gioca per una partita ” semplice sulla carta” si perde in maniera inaspettata con una prestazione veramente deludente, successivamente il coach preso dalla frustrazione dice cose inenarrabili ai giocatori, la coesione di squadra si abbassa… il coach viene richiamato dalla società… si arriva alla proposta di un nuovo coach…si cerca un sostituto… intanto la stagione passa. Potremmo e potrete anche voi ricordare spogliatoi, giocatori, presidenti, Coach che ricalcano queste dinamiche di cattiva gestione delle emozioni.
Un’ottima gestione delle emozioni permette di generare una gestione ottimale del gruppo. Le emozioni contribuiscono in modo significativo anche alle capacità di leadership. Sentirsi sicuro o conoscere la propria gestione della rabbia, dell’eccitazione, della frustrazione permette di usare le emozioni come strumenti per facilitare le prestazioni individuali e di squadra piuttosto che usarle come armi contro sé e il proprio gruppo.
Il funzionamento di un team è molto complesso e la solidità della piramide prestazionale non può che passare attraverso:
- La conoscenza dei processi;
- La conoscenza e applicazione di tecniche di mental training;
- Sessioni di allenamento quotidiano;
- Il Monitoraggio;
- La condivisione.
“Se pratico lo stesso impegno per il mio allenamento mentale come faccio per il mio allenamento fisico, tecnico e tattico avrò più possibilità di raggiungere gli obiettivi ma soprattutto di avere il controllo della performance”
Per info di consulenza non esitate a contattarci
CISSPAT STAFF