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STATO DI FLOW E PERFORMANCE OTTIMALE
Lo stato di flow è una condizione psicologica che caratterizza le migliori performance; rappresenta un’esperienza ottimale in cui corpo e mente si fondono, consentendo al soggetto di compiere un’attività senza percepire lo sforzo ad essa associato.
Durante questo processo, la concentrazione è incredibilmente intensa ed è per questa ragione che la persona tende a non avvertire lo scorrere del tempo né gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno. La mente è immersa nell’azione e nel piacere che si prova nel suo svolgimento e non può pertanto in quel momento venire fuorviata.
Il primo tassello per poter entrare nel flow consiste nella capacità di comprendere e controllare i contenuti della propria coscienza, in modo da essere in armonia con essa ed assecondarla, investendo nelle cose che preferiamo fare, anche quando, per raggiungerle, dobbiamo fare dei sacrifici. A tal riguardo, può essere utile definire l’obiettivo e le priorità, per poter poi dedicarsi maggiormente a ciò che ci richiede più energia, canalizzando correttamente le nostre risorse.
Il flow, infatti, come afferma Csíkszentmihályi nel suo libro “Flow-Psicologia dell’esperienza ottimale”, si realizza quando c’è ordine nella coscienza, perché quest’ordine è ciò che meglio permette di focalizzarsi solo ed esclusivamente sull’azione presente; perseguire un obiettivo concreto e realistico aiuta a percepire questo senso di padronanza.
È bene precisare, però, che questo tipo di controllo non comporta l’immobilizzazione, bensì si riferisce ad un controllo armonico, che ci rende in grado di dominare e guidare i nostri stati interiori nella direzione desiderata, esprimendo al contempo una sensazione di fluidità e continuità non forzata.
Si tratta pertanto di un’esperienza profondamente gratificante, proprio perché l’individuo, totalmente coinvolto, sperimenta pieno controllo di sé e dell’azione. Anche nelle difficoltà, tutto sembra andare al suo posto, divenendo così possibile godere appieno delle proprie capacità.
Ad esempio, calandoci nel concreto, un atleta in stato di flow è in grado di provare soddisfazione anche nell’esecuzione ripetitiva di un gesto atletico, che, seppure potrebbe risultare ai nostri occhi noioso e poco stimolante, viene invece vissuto come un’esperienza ottimale in cui la mente è rilassata e libera dai giudizi negativi.
È importante sottolineare, a questo proposito, che le sfide incontrate debbano sì sollecitare, ma non superare le competenze percepite ed esistenti, in modo che vi sia un buon bilanciamento e che il compito legato all’esperienza ottimale venga comunque percepito come meritevole di essere intrapreso. Un buon sistema consiste nell’alzare gradualmente l’asticella, stabilendo obiettivi sempre più ardui ed impegnativi, un poco per volta.
Risulta insomma evidente che lo stato di flow, per esistere, debba essere accompagnato da pensieri positivi, motivo per cui comunemente si dice che la persona si senta “in the zone”. Questo senso di realizzazione personale, grazie a cui gli ostacoli si trasformano in sfide raggiungibili, può contribuire al miglioramento complessivo del benessere psicologico.
Possedere una buona dose di autostima è uno dei presupposti principali per poter raggiungere lo stato di flow, in quanto un’autovalutazione positiva porta il soggetto a sentirsi capace di governare la situazione efficacemente, senza lasciarsi travolgere di fronte ai momenti di scoraggiamento. Sentirsi sicuro, infatti, o conoscere la propria gestione della rabbia e della frustrazione permette di usare le emozioni come strumenti per facilitare le prestazioni piuttosto che usarle come armi contro di sé.
Come si potrà notare, in ambito sportivo, lo stato di flow risulta essere particolarmente significativo, poiché è in grado di influenzare la performance atletica in maniera sostanziale.
Un esempio recente di un atleta professionista, che lavora duramente per creare le condizioni che gli permettano di restare in queste circostanze favorevoli, è Jannik Sinner, il giovane tennista italiano, attualmente in una entusiasmante scia di vittorie.
L’allenamento di Sinner è centrato sulla mente; è perciò un training anche extra campo, chiamato “mental economy training”. È un lavoro sulla “self awareness”, ovvero lo sviluppo di una profonda conoscenza di sé. Imparando a conoscere il proprio cervello, infatti, è possibile regolare meglio le proprie emozioni, essere maggiormente tolleranti verso sé stessi e soprattutto si può facilmente eliminare lo spreco di energia mentale, che corrisponde al carico emotivo più negativo. Non sorprende dunque che questo giocatore stia dimostrando una gestione emozionale impeccabile e una capacità di adattamento straordinaria.
La preparazione mentale comprende spesso anche metodi di ripetizione mentale e di visualizzazione prima delle gare, che si rivelano benefici sia per abbassare i livelli di ansia legati alla competizione, sia per poter “eseguire in anticipo” la performance, immaginandola prima. In tal modo, l’agonista si allena mentalmente evitando il dispendio di energie fisiche e sarà subito più pronto per la gara.
In definitiva, nonostante l’atleta si ritrovi assorbito in questa spontanea condizione di benessere psico-fisico in modo apparentemente casuale, lo stato di flow può diventare una scelta consapevole, attraverso specifici allenamenti della preparazione mentale finalizzati a creare le condizioni più adatte per raggiungerlo, anche nelle fasi più delicate della gara.
A cura di Laura Dragone e Giorgia Garola
Dott. Alessandro Bargnani – CEO Health & Human Performance
BIBLIOGRAFIA:
Csikszentmihalyi, M. (2022). Flow: psicologia dell’esperienza ottimale. ROI Edizioni.
PANDOLFO, A. Il ruolo delle emozioni nelle prestazioni sportive: intelligenza emotiva e lo stato di flow.