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Sport e disabilità: tra inclusione e manifestazioni dedicate
Roma, 1960.
Non sono un luogo e un anno scelti a caso. Rappresentano l’inizio di qualcosa destinato a cambiare la visione che il mondo ha e ha sempre avuto dello sport.
Oggi è risaputo che lo sport, ma più genericamente l’attività fisica, ha molteplici benefici per la salute fisica e psicologica, aumentando il grado di benessere di chi lo pratica; è, inoltre, un elemento imprescindibile per la crescita, l’educazione, lo svago e la socialità di ogni individuo. Proprio per questi inestimabili aspetti positivi, è fondamentale adoperarsi per non compiere alcun tipo di discriminazione che possa inficiare l’accessibilità alla pratica sportiva.
A differenza del concetto largamente diffuso nel XIX secolo, secondo il quale lo sport era una espressione di forza e di vigore da parte di individui giovani e sani, unicamente di sesso maschile, oggigiorno lo sport viene associato con il termine “inclusione”. Grazie allo sport, infatti, è possibile creare un luogo sicuro nel quale i giocatori/gli atleti di un determinato sport possono inserirsi, successivamente integrarsi nell’ambeinte ed infine interagire e competere insieme (la vera definizione di “inclusione”), a prescindere dalla presenza o meno di una disabilità.
Il People Olympics (un’alternativa versione dei Giochi Olimpici, volta alla partecipazione comunitaria, piuttosto che individuale), il Baskin (sport di squadra ispirato alla pallacanestro, dove giocano insieme atleti con e senza disabilità) e il Rafroball (sport di squadra ispirato al calcio, alla pallamano e alla pallacanestro, dove giocano insieme atleti con e senza disabilità) sono solo alcuni esempi di sport inclusivo che attualmente si stanno diffondendo in tutto il mondo.
Oltre ad agevolare i processi di inclusione e ad offrire gli ormai già noti benefici di salute, lo sport, in questo contesto, svolgerebbe anche un ruolo fondamentale nel favorire l’empowerment (letteralmente “accrescimento di potere”, ovvero un processo di riconquista della consapevolezza di sé stessi, delle proprie potenzialità e del proprio agire). Gli atleti, infatti, possono trovare un modo per valorizzarsi sfruttando qualità distintive e uniche che con il tempo hanno sviluppato.
Non esiste solo lo sport inclusivo, una pratica relativamente recente; da diversi decenni, esistono anche manifestazioni speciali, interamente dedicate alla competizione di atleti con disabilità cognitiva e/o fisica.
L’evento più prestigioso e noto al grande pubblico, sono le Paralimpiadi. Ma cosa sono i Giochi Paralimpici? Le Paralimpiadi sono l’equivalente dei Giochi Olimpici per gli atleti con disabilità fisiche, sensoriali e psichiche. L’idea nacque nel 1948 in Gran Bretagna dal neurochirurgo tedesco Ludwig Guttmann, il quale coinvolse sedici arcieri paralizzati a causa di lesioni al midollo spinale; inizialmente presero il nome di Giochi di Stoke Mandeville. Dopo qualche anno e dopo diverse formule di manifestazione sperimentate, si arriva quindi al 1960, a Roma. La prima Paralimpiade. Le edizioni moderne, anche grazie al supporto della televisione e dei social media, hanno ottenuto un enorme riscontro mediatico e hanno lanciato un forte messaggio di positività e forza, tanto è vero che gli atleti paralimpici sono diventati testimonial di importanti valori, nonché un esempio per la società.
Se da un lato, però, le Paralimpiadi sono diventate un fenomeno mediatico di portata globale, offrendo un veicolo per conoscere e celebrare pubblicamente un’eccellenza sportiva, è altrettanto vero che numerosi sforzi risultano ancora necessari per ottenere uno status di effettiva parità e uguaglianza tra atleti con e senza disabilità. La parità e l’uguaglianza dovrebbe poi essere riscontrata anche nella ricerca psicologica; infatti, mentre la letteratura è piena di studi svolti coinvolgendo atleti olimpici, atleti di élite o, anche, atleti amatoriali, indagando sul loro benessere (anche) psicologico e studiando modi sempre nuovi per migliorare la performance, non si può affermare altrettanto per quanto riguarda gli studi sugli atleti paralimpici. Questa carenza è abbastanza importante, e se colmata potrebbe contribuire ad un maggior successo degli atleti e dei praticanti con disabilità, inoltre potrebbe facilitare l’ottimizzazione della prestazione e l’aumento del benessere.
Con questo articolo non si vuole creare una narrazione romanzata della disabilità, dell’atleta- supereroe, né tantomeno si vuole banalizzare una condizione che (troppo) spesso comporta difficoltà quotidiane e si scontra con problemi di accessibilità nella maggior parte delle discipline e degli impianti sportivi. L’obiettivo dell’articolo è quello di promuovere, informare e sensibilizzare su un argomento estremamente attuale, ma che riceve una copertura mediatica altalenante.
Allo stesso modo, l’articolo non vuole suggerire in alcun modo una contrapposizione tra eventi di sport inclusivo e manifestazioni parallele esclusivamente dedicate ad atleti con disabilità; semplicemente sono realtà che coesistono e che offrono a questi atleti la libertà di poter scegliere.
Noi siamo tutti pronti a sostenere i nostri atleti a Parigi nel 2024 per la diciassettesima edizione estiva e a Milano nel 2026 per la tredicesima edizione invernale dei Giochi Paralimpici; nel frattempo, continuiamo a sostenere tutti gli atleti che ogni giorno competono, si allenano ed eseguono prestazioni sportive a qualsiasi livello.
A cura della Dott.ssa Barbara Bruni Cerchier
Dott. Alessandro Bargnani | CEO Cisspat Lab
BIBLIOGRAFIA
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Inclusione nello sport: storie di 5 atleti che hanno vinto la loro disabilità grazie allo sport https://www.technogym.com/it/newsroom/inclusione-sport-5-storie-vittoria-disabilita/
Jefferies, P., Gallagher, P., & Dunne, S. (2012). The Paralympic athlete: a systematic review of the psychosocial literature. Sage Journels, 36(3).
Le Paralimpiadi: nascita e storia https://sportivoeinforma.it/le-paralimpiadi-nascita-e-storia/ Lo sport come strumento di inclusione sociale https://www.linkabili.it/blog-lo-sport-come-strumento-di-inclusione-sociale/
Lo sport come veicolo per attuare l’inclusione sociale https://www.lentepubblica.it/buone-pratiche/sport-come-inclusione-sociale/ Lo sport inclusivo https://www.sportiva-mente.com/lo-sport-inclusivo/
Paralimpiadi: storia e origine dello sport inclusivo e accessibile https://www.accessiway.com/blog/paralimpiadi-storia-e-origine-dello-sport-inclusivo-e-accessibile
Sport e disabilià: lo sport come strumento di empowerment https://www.technogym.com/it/newsroom/sport-disabilita-sport-come-empowerment/
Swartz, L., Hunt, X., Bantjes, J., Hainline, B., & Reardon, C. L. Mental health symptoms and disorders in Paralympic athletes: a narrative review. British Journal of Sports Medicine, 53(12).