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Sensation seeking: alla ricerca del brivido

Ci sono persone che adorano la routine: stesso caffè, stessa strada, stessi orari. E poi ci sono loro: quelli che cercano il brivido, l’imprevisto, l’adrenalina. Sono gli “esploratori emotivi”, protagonisti di quello che in termini psicologici chiamiamo sensation seeking: la ricerca di sensazioni forti.
Il sensation seeking (SS) è definito come “la ricerca di sensazioni ed esperienze nuove, complesse ed intense, unita alla volontà di assumere rischi fisici, sociali, legali e finanziari per il gusto di tali esperienze.”
È quindi un tratto di personalità che influenza le nostre scelte e ci rende più o meno inclini ai pericoli e ai vissuti forti. Pertanto, chi ha alti livelli di sensation seeking è più predisposto all’esplorazione, al superamento dei propri limiti e al rischio. Se parliamo con atleti che praticano sport estremi come paracadutismo, free climbing o parkour, possiamo vedere quanto sia importante per loro vivere esperienze fortemente adrenaliniche. I rischi a cui vanno incontro non sono considerati un pericolo, ma una sfida da superare per sentirsi vivi. Per esempio, Travis Rice, famoso snowboarder, afferma: “se non stai vivendo un po’ al limite, allora stai occupando solo spazio.”
Dunque, nel mondo dello sport, il livello di sensation seeking può influenzare sia la disciplina scelta sia le prestazioni degli atleti. Questo perché nel cervello i sistemi deputati al benessere e alla ricompensa – sistema dopaminergico e serotoninergico – funzionano in modo un po’ diverso rispetto agli altri. Di conseguenza l’individuo ricerca il “brivido” per provare piacere, rispetto a chi ha livelli inferiori di SS e trae soddisfazione da attività più moderate. Oltre a ciò che succede a livello cerebrale, possiamo considerare aspetti come la ricerca di libertà, la fuga dalla noia e la motivazione sociale. Infatti, è comune essere spinti dal desiderio di rompere gli schemi della quotidianità, oltre a desiderare approvazione dal pubblico, riconoscimento e appartenenza a un gruppo.
Alex Honnold, famoso arrampicatore e alpinista statunitense, afferma: “Neanch’io voglio cadere nel vuoto e morire, ma è soddisfacente sfidare sé stessi e fare qualcosa di buono. E questa sensazione è accresciuta dalla consapevolezza che stai rischiando la morte. Non puoi commettere nessun errore. Se stai cercando la perfezione, il free solo è la cosa che ci si avvicina di più. Ti fa sentire bene essere perfetto, anche solo per un momento”.
Il sensation seeking porta con sé anche vantaggi significativi. Queste persone tendono a tollerare meglio la pressione, poiché l’esposizione a situazioni estreme agisce come un allenamento psicologico allo stress. Inoltre, la capacità di superare ostacoli difficili rafforza l’autoefficacia e accresce la fiducia in sé stessi. Il desiderio di novità e stimoli forti li spinge a uscire dalla propria zona di comfort, a provare tecniche nuove, ad affrontare allenamenti con entusiasmo e creatività, senza cadere nella noia della routine.
In conclusione, il sensation seeking può rappresentare una risorsa preziosa, capace di arricchire la vita con sfide, crescita e soddisfazioni profonde. Ma, come ogni spinta interiore potente, richiede equilibrio, consapevolezza e responsabilità per essere davvero al servizio del benessere e non causa di sregolatezza.
A cura del Dott.ssa Giuliana Carabillò
Dott. Alessandro Bargnani | CEO CISSPAT LaB
Bibliografia
Saccenti, D. (2023, 4 luglio). Sensation seeking: espressioni comportamentali e basi biologiche. State of Mind. https://www.stateofmind.it/2023/07/sensation-seeking/
Cynthia J. Thomson, Scott R. Carlson, Increased patterns of risky behaviours among helmet wearers in skiing and snowboarding, Accident Analysis & Prevention, Volume 75, 2015, Pages 179-183, ISSN 0001-4575, https://doi.org/10.1016/j.aap.2014.11.024.
Desmond McEwan, Patrick Boudreau, Thomas Curran, Ryan E. Rhodes, Personality traits of high-risk sport participants: A meta-analysis, Journal of Research in Personality, Volume 79, 2019, Pages 83-93, ISSN 0092-6566, https://doi.org/10.1016/j.jrp.2019.02.006.