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I RITUALI PRE-GARA: SCIENZA O SUPERSTIZIONE?
- 25 novembre 2024
- Posted by: veronica_m95
- Categoria: Articoli
I RITUALI PRE-GARA: SCIENZA O SUPERSTIZIONE?
Nel mondo dello sport, i rituali pre-gara sono una pratica comune che attraversa culture, discipline e livelli di competizione. Dagli amatori ai professionisti, molti atleti eseguono specifiche routine prima delle competizioni. Questi comportamenti sono spesso considerati “superstiziosi”, ma la letteratura suggerisce che possano avere un significato più profondo, contribuendo alla regolazione delle emozioni, al miglioramento della concentrazione e alla riduzione dell’ansia da prestazione.
Cosa sono i rituali pre-gara?
I rituali pre-gara consistono in azioni o abitudini ripetute che gli atleti eseguono prima di competere. Possono includere:
- Gesti specifici (ad esempio, battere le mani o toccare il suolo);
- Abbigliamento portafortuna (come i pantaloncini indossati da Michael Jordan sotto la sua uniforme da gioco);
- Sequenze fisse di attività che si fanno nelle ore precedenti alla gara (ad esempio mangiare le stesse cose alla stessa ora).
- Riti religiosi o culturali (un famoso esempio è l’Haka – una danza tipica del popolo Maori che viene performata dalla nazionale neozelandese di rugby prima dell’inizio di ogni match – oppure pregare prima dell’inizio di una competizione)
Infatti, secondo Lobmeyer e Wasserman (1986), i rituali sportivi si dividono in funzionali, orientati a migliorare la prestazione e rituali simbolici, che si basano su credenze personali o culturali.
Superstizione o scienza?
I rituali pre-gara vengono spesso associati alla superstizione perché molti atleti attribuiscono loro una sorta di “potere magico”. Tuttavia, il valore di questi comportamenti non è da sottovalutare. La psicologia sportiva suggerisce che i rituali possono influire positivamente sulle prestazioni, anche quando non hanno una base scientifica diretta.
La superstizione nasce spesso dalla necessità di gestire l’incertezza e l’ansia. Nel contesto sportivo, dove il risultato dipende da molte variabili al di fuori del controllo dell’atleta, i rituali offrono un senso di stabilità e sicurezza (Neil et al., 2016). Anche se non vi è una relazione causale diretta tra il rituale e il successo, l’idea di “avere un’arma segreta” a disposizione dell’atleta può migliorare la sua autoefficacia.
Quando i rituali sono utilizzati per creare routine precise, diventano strumenti psicologici validi. La creazione di una sequenza predefinita di azioni ha diversi benefici:
- Riduce l’ansia – la ripetizione di comportamenti consolidati contribuisce a calmare la mente e il corpo, favorendo un senso di controllo in un contesto spesso imprevedibile come quello sportivo;
- Aumenta la concentrazione, aiutando a focalizzarsi sul compito – quando un atleta sa esattamente quali azioni compiere prima della gara o durante una pausa, libera risorse cognitive preziose che possono essere reindirizzate verso il compito principale;
- Favorisce lo stato di flow, una condizione psicologica descritta da Csikszentmihalyi (1990) come un’esperienza di totale assorbimento in un’attività.
Atleti e i loro rituali
Alcuni dei più grandi nomi dello sport sono noti per rituali particolari:
- Rafael Nadal: durante le partite di tennis, Nadal seguiva una serie complessa di gesti, come sistemare le bottiglie in modo simmetrico e toccare la fronte e le orecchie. Sebbene possano sembrare ossessivi, questi comportamenti lo aiutavano a mantenere la concentrazione.
- Serena Williams: ha dichiarato che indossava gli stessi calzini per tutte le partite di un torneo. Questo gesto la connetteva ad una sensazione di stabilità.
- Usain Bolt: prima di ogni gara, Bolt eseguiva una breve danza che attirava l’attenzione. Questo rituale non solo lo rilassava, ma contribuiva a creare un’immagine di fiducia per sé e per gli altri.
Questi esempi mostrano che i rituali possono svolgere diverse funzioni, fra cui: ridurre la pressione in momenti critici, rafforzare l’autoefficacia e consolidare l’identità dell’atleta, contribuendo al senso di appartenenza a una squadra o a una cultura sportiva.
Nonostante i benefici, i rituali pre-gara possono diventare problematici quando:
- Diventano ossessivi: la necessità di rispettare un rituale può causare stress se le condizioni non permettono di eseguirlo.
- Portano alla dipendenza: gli atleti possono attribuire il successo esclusivamente al rituale, compromettendo la loro fiducia nelle proprie capacità.
- Interferiscono con la performance: quando i rituali occupano troppo tempo o risorse, possono distrarre dall’obiettivo principale.
I benefici dei rituali pre-gara non sono esclusivi degli atleti. Nella vita quotidiana, possiamo utilizzare routine simili per affrontare situazioni stressanti, come esami, presentazioni o colloqui di lavoro. Ad esempio, ripetere gesti familiari può ridurre l’ansia e aumentare la concentrazione; creare una routine predefinita prima di un evento importante fornisce un senso di controllo e calma.
In conclusione, i rituali pre-gara rappresentano un’intersezione tra superstizione e scienza. Sebbene alcune pratiche abbiano radici irrazionali, il loro impatto psicologico può essere significativo, contribuendo a migliorare il focus, la gestione dell’ansia e l’autoefficacia. Per massimizzare i benefici, è fondamentale che gli atleti (e le persone in generale) adottino rituali che supportino i loro obiettivi, evitando la dipendenza o l’eccessiva rigidità. In definitiva, i rituali pre-gara dimostrano come mente e corpo siano profondamente intrecciati nel processo di preparazione alla competizione.
A cura della Dott.ssa Veronica Mattarozzi
Dott. Alessandro Bargnani | CEO CISSPAT Lab
BIBLIOGRAFIA
Fisher, H., Smith, T., & Anderson, J. (2019). The Role of Pre-Performance Routines in Sports: Psychological Mechanisms and Applications. Journal of Applied Sport Psychology, 31(2), 165-183.
Lobmeyer, D. L., & Wasserman, E. A. (1986). Pre-performance rituals: Superstition or preparation? Journal of Sport Behavior, 9(2), 70-78.
Neil, R., Hanton, S., & Mellalieu, S. D. (2016). Psychological skills in sport performance: Routine use and perceived effectiveness. Journal of Sports Sciences, 34(2), 120-128.
Weinberg, R., & Gould, D. (2019). Foundations of Sport and Exercise Psychology. Champaign, IL: Human Kinetics.