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Preparazione mentale nelle discipline olimpiche equestri
- 2 novembre 2020
- Posted by: amministratore
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In equitazione si dice:
“12 sono le difficoltà
3 si affrontano con la tecnica
3 si affrontano con il fisico
3 si affrontano con la mente
3 si affrontano con il cuore.”
Questo modo di dire è molto interessante perché condensa in sé le preparazioni che un cavaliere o un’amazzone deve possedere per performare al meglio:
– preparazione tecnica
– preparazione fisica
– preparazione mentale
Ognuna di queste tre tipologie di preparazione può essere associata al vertice di un triangolo, unendo tutti e tre i vertici ci potremo accorgere qual è il triangolo della nostra performance.
in questo triangolo vediamo una buona preparazione fisica (linea nera), un’ampia preparazione tecnica (linea viola) e una scarsa preparazione mentale (linea arancione). L’area di questo triangolo equivale alla performance risultante.
Immaginiamo ora che la base di questo triangolo possa essere maggiore, quindi in questo caso ammettiamo che ci sia una migliore preparazione mentale, il triangolo quindi avrà all’incirca questo aspetto:
chiaramente l’area complessiva di questo triangolo è maggiore rispetto all’area del triangolo precedente, di conseguenza la performance associata al secondo triangolo sarà una performance qualitativamente migliore rispetto alla precedente.
I triangoli ci dimostrano che le preparazioni precedentemente elencate sono tutte e tre essenziali, ed una carenza in una di esse porta ad una modifica della qualità della performance.
L’equitazione è uno sport atipico, poiché è l’unico sport olimpico che prevede un compagno animale: il cavallo.
Questa disciplina olimpica, infatti, può essere posta sotto la categoria degli sport di squadra, anche se, nell’immaginario comune, questo è spesso descritto come uno sport individuale.
Di fatto però gli atleti che concorrono sono due: cavallo o pony, e cavaliere o amazzone; inoltre, sono presenti delle formule di gara che prevedono proprio la competizione di squadra (staffetta, gara a squadre, gimkana, pony games, ecc).
Preso atto che questo è un sport di squadra, si comprende come sia necessario andare ad allenare molti altri aspetti, oltre il fisico e la tecnica, che sono comunque essenziali:
– life skills (relazionali, cognitive, emozionali)
– comunicazione non verbale
– preparazione mentale all’allenamento e alla competizione sia individuale che di squadra
E’ infatti evidente, a chiunque pratichi questo sport, che la preparazione fisica e quella tecnica non sono sufficienti per “performare” in maniera eccellente. Il cavaliere e l’amazzone hanno a che fare con un animale pensante, un animale che è anche una preda e perciò è maggiormente sensibile ai livelli energetici e quindi alle emozioni esperite da chi sta sopra di lui.
Ogni disciplina equestre, ha quindi la necessità di essere supportata anche da una preparazione mentale, che sarà basilarmente simile, ma che si differenzierà a seconda della specialità praticata.
Nel salto ostacoli e nel cross country il percorso che si andrà a svolgere cambia a seconda della competizione, sia in altezza che in composizione e si può prendere visione del percorso stesso pochi minuti prima di scendere in campo. Durante la ricognizione (che avviene a piedi) è quindi essenziale avere una buona imagery per poter preparare al meglio il percorso. Nel momento dell’esecuzione è fondamentale essere in grado di rimodulare continuamente le proprie energie per dare vigore o maggiore calma al cavallo durante un avvicinamento al salto, andando a regolarne la potenza.
Nel dressage il grafico è prestabilito, quindi studiabile in casa, ma nel momento della competizione la preparazione mentale deve andare a investire in una “rigida flessibilità”.
Questa qualità permette al binomio (cavaliere-cavallo) di essere preciso nelle figure, ma flessibile, in modo che il movimento stesso risulti armonico nella visione di insieme. Questa “rigida-flessibilità” deve rispecchiarsi anche nella mente del cavaliere e dell’amazzone che deve essere in grado di modulare le energie in base alla tipologia del movimento da eseguire (trotto allungato, piaffe, passage…).
Concludendo, dobbiamo quindi sfatare il mito che “gli stati emotivi non possono essere allenati”. Nella performance è necessario allenare tutto ciò che è “allenabile”, l’unica area che si lascia libera è quella di quelle 3 difficoltà affrontate con il cuore, che rimangono nella piena responsabilità di cavallo e cavaliere.
A cura di Dott.ssa AnnaPaola Vesco
Dott. Bargnani Alessandro Ceo CISSPAT LAB
BIBLIOGRAFIA
ARDU Barbara, CONZ Laura, FAVARO Luigi, NAVA Ludovico, POSSENTI Claudio, TRUPPA Enzo, Testo guida. Per la formazione professionale dell’istruttore di equitazione, Ancona, Fotolito, 2007.
FRANTA Herbert, – COLASANTI Anna Rita, L’arte dell’incoraggiamento. Insegnamento e personalità degli allievi, Roma, Carocci editore, 2006.
GOLEMAN Daniel, Intelligenza emotiva. Che cos’è e perché ci rende felici, Milano, Rizzoli, 2011.