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Oltre il fallimento: come trasformare le sconfitte in trampolini di lancio
- 27 gennaio 2025
- Posted by: carlotta.ferrari01
- Categoria: Articoli
Il fallimento è un aspetto con cui tutti, inevitabilmente, ci troviamo a fare i conti nella vita quotidiana.
La frase di Mandela: “Non perdo mai, o vinco o imparo” ci ricorda che il fallimento non è, e non dovrebbe essere, considerato un elemento negativo. Al contrario, rappresenta una preziosa occasione per imparare, crescere e migliorarsi. La chiave sta nel modo in cui reagiamo ai nostri insuccessi: se li affrontiamo in maniera costruttiva, vedendoli come opportunità, possiamo trasformarli in uno strumento di crescita.
Al contrario, se li percepiamo come sconfitte definitive o lasciamo che minino la fiducia in noi stessi, rischiamo di farli diventare un ostacolo nel cammino verso i nostri obiettivi.
Domenica 26 gennaio 2025 si è disputata la finale di tennis degli Australian Open che ha visto come protagonisti l’italiano Jannik Sinner e il tedesco Alexander Zverev.
Jannik Sinner ha trionfato battendo Zverev; una grande delusione per il tennista tedesco che per la terza volta su tre è stato sconfitto in una finale Slam.
Prima la frustrazione e anche la rabbia sfogata con qualche racchetta, poi il pianto in panchina, così Zverev si sfoga appena dopo la partita.
Quando Jannik si è accorto delle sue condizioni gli si è avvicinato e lo ha consolato mostrando un emozionante gesto di fairplay
Una scena meravigliosa, l’essenza dello sport.
Concentrandoci però sulla sconfitta del tennista Zverev, possiamo riflettere su come questo evento che consideriamo un “fallimento” possa essere utilizzato come trampolino di lancio per raggiungere invece il successo, ripartendo proprio dagli errori commessi.
Una delle prime cose che si possono fare è prendere consapevolezza del fatto che la sconfitta è il risultato di una prestazione sportiva, cioè del modo in cui abbiamo affrontato la competizione, del modo in cui ci siamo impegnati e ci siamo messi in gioco.
La sconfitta come la vittoria, sono il risultato di un percorso e dunque si costruiscono con tutto ciò che facciamo, prima, durante e a volte anche dopo la gara.
Come domanda lo psicologo e psicoterapeuta Dario Grigoli: “Perché è importante dare valore al risultato negativo?”.
Assumersi la responsabilità del risultato ci aiuta a liberarci dalla mentalità fatalista, dal vittimismo e dal senso di ingiustizia che spesso accompagnano il mancato raggiungimento degli obiettivi desiderati.
Inoltre, riconoscere che siamo stati noi a determinare il risultato ci pone in una posizione di auto-determinazione, permettendoci di agire con nuove energie per influenzare il nostro “destino” sportivo.
In questo contesto è dunque importante concentrarsi su ciò che non ha funzionato e analizzare le cause del fallimento consente di apprendere nuove strategie per la futura preparazione.
Dopo una sconfitta, è utile stabilire degli obiettivi realistici e raggiungibili, che aiutano a riconoscere la fiducia e a mantenere alta la motivazione.
In genere dopo una sconfitta, anche gli atleti e le squadre migliori, creano i nuovi obbiettivi avendo come meta finale la realizzazione di una buona performance più che di un buon risultato.
Se, infatti, focalizziamo l’attenzione solo sul risultato, rischiamo di metterci in una condizione mentale di costrizione che finisce per inibirci.
Al contrario essere determinati per la realizzazione di una buona performance agonistica, ci mette nelle condizioni mentali di dare il meglio di noi stessi, il che è un ottimo antidoto anche di fronte all’insuccesso: niente rimpianti niente rancori.
Condividere i propri sentimenti con allenatori, compagni di squadra o familiari è importante, il supporto esterno può offrire nuove prospettive e incoraggiamento.
Un ulteriore fattore importante, che può mitigare gli effetti negativi del fallimento, aiutando quindi a ridurre anche la paura dell’insuccesso, è rappresentato dalla resilienza. Essa è concettualizzata come la capacità di recuperare il normale livello di funzionamento a seguito di un evento stressante, come può essere un fallimento.
La resilienza è la capacità di rialzarsi dopo una battuta d’arresto. Gli atleti resilienti vedono i fallimenti come temporanei e mantengono una mentalità positiva.
Comprendere che il progresso non avviene da un giorno all’altro aiuta a rimanere motivati e a perseverare anche quando i risultati non sono immediati.
Infine, è importante trattarsi con gentilezza, evitare di essere troppo severi con sé stessi. L’autocritica eccessiva può alimentare il senso di frustrazione. Essere compassionevoli con sé stessi facilita il processo di superamento del fallimento.
A cura della Dott.ssa Ferrari Carlotta
Dott. Alessandro Bargnani | CEO CISSPAT Lab
Bibliografia:
Burton, D., Naylor, S., e Holliday, B., (2001). Goal Setting in Sport: Investigating the Goal Effectiveness Paradox. In R. N. Singer, H. A. Hausenblas e C. M. Janelle (Eds.), Handbook of Sport Psychology (2 ed., pp. 497–528). New York, NY: John Wiley and Sons.
Dario Grigoli, 2015, “Come trasformare la sconfitta sportiva in successo”
Abraldes, J.A., Granero-Gallegos, A., Baena-Extremera, A., Gómez-López, M., Rodríguez-Suárez, N., (2016). Goal orientations, satisfaction, beliefs in sport success and motivational climate in swimmers. Revista Internacional de Medicina y Ciencias de la Actividad Física y del Deporte, 16, 583–599.
Jim Afremow, “The Champion’s Mind: How Great Athletes Think, Train, and Thrive”
Kristin Neff, “Self-Compassion: The Proven Power of Being Kind to Yourself”