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Mental Imagery nello sport
- 18 novembre 2024
- Posted by: Margherita Gelmetti
- Categoria: Articoli
La visualizzazione, nota anche come mental imagery nello sport, è una tecnica mentale che coinvolge l’immaginazione dettagliata di esercizi, movimenti o situazioni sportive al fine di migliorare le prestazioni. Vuol dire riuscire a creare immagini mentali chiare e realistiche dell’atleta coinvolto nell’attività sportiva, senza l’esecuzione del gesto tecnico. È una forma di “allenamento mentale” che coinvolge i sensi (vista, udito, tatto e olfatto) per creare un’esperienza immaginativa molto realistica.
Esistono numerosi studi che dimostrano che la visualizzazione è efficace grazie al coinvolgimento di aree cerebrali simili a quelle attivate durante l’esecuzione fisica. Quando un atleta immagina di svolgere un movimento, il cervello attiva le stesse connessioni neurali utilizzate durante il movimento effettivo. Questo permette di “allenarsi” anche senza compiere il gesto fisico, migliorando la memoria muscolare e la precisione motoria.
La neuroplasticità del cervello (la sua capacità di adattarsi e riorganizzarsi) gioca un ruolo fondamentale: più un atleta visualizza un gesto corretto, più le connessioni nervose si rinforzano, migliorando la risposta fisica.
Ci sono diversi vantaggi della visualizzazione, tra cui:
- Aumento della fiducia: immaginarsi nel gesto perfetto e prepararsi per ogni aspetto della gara aumenta l’autoefficacia.
- Riduzione dell’ansia: gli atleti che visualizzano spesso sono più tranquilli e riescono a gestire meglio lo stress, sapendo di essersi preparati mentalmente.
- Miglioramento dell’attenzione: visualizzare aiuta a migliorare la concentrazione, preparando il cervello a focalizzarsi sulle azioni necessarie, evitando distrazioni.
- Sviluppo della memoria muscolare: anche senza l’allenamento fisico, ripetere mentalmente un gesto aiuta a mantenere e consolidare le capacità motorie.
- Return to play: un’atleta infortunato che non può accedere al “campo” può, tramite visualizzazione, svolgere allenamento tecnico e tattic
- Gestione del dolore: strategia dissociativa (immagino scenari positivi mentre sento dolore) o associativa (mi concentro sul dolore, lo plasmo e lo rendo più piccolo)
I sei fattori della visualizzazione:
Affinchè la visualizzazione sia efficiente sono stati stabiliti 6 fattori: la prospettiva, la vividezza, il controllo, le sensazioni, la velocità e la multidimensionalità.
In primis, la prospettiva fa riferimento proprio al punto di vista in cui l’atleta si immagina il gesto tecnico. Può essere in prima persona, cioè quando l’atleta guarda fuori dai suoi stessi occhi, o in terza persona, quando l’atleta si vede dall’esterno, come se fosse in un video. La maggior parte delle persone hanno un punto di vista predominante, ma non c’è una prospettiva migliore dell’altra, dipende sempre dal tipo di obiettivo che l’atleta si pone. Ad esempio, quando un atleta desidera migliorare l’esecuzione di un gesto tecnico, tende ad avere una prospettiva dall’interno, quindi in prima persona. Al contrario, quando desidera rivedere un errore in particolare, tende ad immaginare il gesto errato dall’esterno.
La vividezza fa riferimento a quanto sono chiare le immagini mentali, che possono essere in “alta qualità” oppure un pò più sfuocate e non definite. E’ normale che capiti che, soprattutto all’inizio, l’atleta non veda le immagini mentali in modo chiaro. Proprio per questo motivo, è importante ricordare che la tecnica della visualizzazione è un’abilità che necessita di pratica.
Durante la pratica di visualizzazione può accadere di immaginare il gesto tecnico con un errore. Questo succede tendenzialmente per delle lacune su altri aspetti, come per esempio una bassa confidenza con il gesto in se o a causa di bassa autostima. E’ importante però che l’atleta si renda conto di questo aspetto, in quanto continuare ad immaginare il gesto in modo errato potrebbe creare un automatismo non efficiente per la performance. Per questo motivo, ogni qualvolta che l’atleta immagina se stesso commettere un errore, ripeta l’esercizio mentalmente fino a quando non immagina il gesto eseguito correttamente. Vivere l’esperienza di visualizzazione con o senza errori fa parte del fattore di controllo.
Quando si parla si sensazioni della visualizzazione, si fa riferimento sia alla parte fisica che alla parte emotiva. Per quanto riguarda la parte fisica, è importante che durante la tecnica l’atleta viva il gesto tecnico allo stesso modo di come lo vive facendolo concretamente. Esistono delle evidenze scientifiche secondo cui durante l’imagery, la memoria muscolare si attiva allo stesso modo della prestazione fisica. In secondo luogo, è importante tenere conto della parte emotiva. Bisogna chiedersi: mi sto sentendo agitato o sono calmo? Questo aspetto diventa importante perché nel momento in cui l’atleta sperimenta un’emozione, bella o brutta che sia, tramite l’immaginazione mentale, può riprodurre le reazioni a tali vissuti emotivi, non ritrovandosi colto di sorpresa.
La velocità del gesto tecnico è il quinto fattore della visualizzazione. Durante la pratica un atleta può scegliere se immaginare il gesto tecnico in “slow motion”, a velocità normale o con una velocità più alta. Come per la prospettiva, non c’è un giusto o sbagliato, è sempre importante tenere conto dell’obiettivo pre impostato.
Infine, la multidimensionalità fa riferimento a tutti e cinque i sensi: gusto, olfatto, tatto, vista e udito. E’ ovvio che ogni sport possiede le sue caratteristiche, ma immaginiamo di essere un giocatore di rugby. Durante la visualizzazione potrebbe vedere il prato del campo da rugby, gli spalti dello stadio, potrebbe sentire o meno i tifosi, potrebbe sentire l’odore del fango e il gusto della plastica del paradenti, potrebbe vedere un avversario in particolare o immaginare di toccare la palla.
Per concludere, la visualizzazione mentale non è uguale per tutti, è ovvio che deve seguire delle “regole”, se cosi si possono chiamare, affinché la tecnica sia più efficace. Si adatta all’obiettivo specifico dell’atleta, alla situazione in cui viene utilizzata, al ruolo del giocatore e più in generale allo sport in cui viene applicata.
A cura della Dott.ssa Margherita Gelmetti
Dott. Alessandro Bargnani | CEO CISSPAT Lab
BIBLIOGRAFIA
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