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Locus of control nella prestazione sportiva
È ormai risaputo che praticare uno sport sia un aspetto fondamentale per la nostra salute fisica e mentale. Lo sport è in grado di regalare forti emozioni, sia per chi lo pratica, sia per chi è spettatore; allo stesso tempo però, può costituire fonte di stress e frustrazione.
La prestazione, intesa come gara o match, è universalmente considerata come uno dei momenti più attesi per uno sportivo, in cui potersi misurare con tutti gli sforzi fatti in allenamento. A volte, però, può essere fonte di grande agitazione e preoccupazione, avendo paura di non riuscire ad esprimersi al meglio.
Tutte queste emozioni e stati d’animo possono influenzare la prestazione attraverso l’attribuzione di significati, funzionali e disfunzionali. In psicologia, per attribuzione di significati, detta anche locus of control, si intende la modalità con cui l’individuo interpreta la causa di eventi, fatti e situazioni.
Il locus of control va inteso come un continuum, i cui gli estremi sono rappresentati da un locus of control interno e da un altro esterno. Chi possiede un locus of control interno sostiene che sono le sue azioni a modificare il corso degli eventi. Per esempio, un atleta che interpreta una sconfitta sportiva come conseguenza delle sue scelte sbagliate prese durante la partita. Al contrario, hanno un locus of control esterno le persone che attribuiscono il loro successo o fallimento a cause esterne, poco controllabili e imprevedibili. In questo caso l’esempio è un atleta che attribuisce la sconfitta alle decisioni ingiuste degli arbitri o alla fortuna dell’altra squadra.
È stato osservato come atleti con un locus di controllo interno abbiano un pensiero maggiormente orientato al raggiungimento degli obiettivi, avendo un comportamento proattivo e migliore benessere psicologico. Va sottolineato, però, come non esistono individui che si collocano in maniera esclusiva su un estremo del continuum, piuttosto le persone presentano una combinazione delle due tipologie. Chi riesce a modificare la sua attribuzione di significato, in base alla situazione, si mostra più capace di gestire lo stress, fa fronte alle difficoltà in maniera più efficace ed efficiente ed è in grado di assumersi maggiori responsabilità.
Si è visto come il locus of control abbia un impatto proprio sull’autostima; quest’ultima è influenzata notevolmente dalla credenza o meno di avere controllo sui propri risultati e dalla consapevolezza o meno di poter efficacemente rimediare a un insuccesso. Un locus of control eccessivamente rivolto all’interno porta ad auto-colpevolizzarsi e alla critica costante verso sé stessi; al contrario se rivolto eccessivamente all’esterno porta alla deresponsabilizzazione.
L’autostima, a sua volta, si intreccia col senso di efficacia personale, o autoefficacia percepita, che consiste nella consapevolezza di essere in grado di gestire e dominare determinate situazioni o attività. Un basso livello di autoefficacia spesso si manifesta attraverso comportamenti di evitamento, ambizioni ridotte, scarso impegno, maggiore vulnerabilità allo stress e una lenta ripresa dopo un insuccesso. In contrasto, le persone con un elevato senso di autoefficacia, e quindi locus di control più interno, affrontano le sfide con determinazione, fissando obiettivi sempre più sfidanti, avendo una migliore capacità di problem-solving e sfruttando al meglio le proprie risorse interne.
In conclusione, il locus of control influisce notevolmente sulla percezione e sulla valutazione della prestazione da parte dello sportivo. Nella vita di un atleta, vittorie e sconfitte si alternano di continuo e inevitabilmente. Ciò che conta non è tanto il risultato in sé, bensì la percezione dell’atleta sulla sua capacità di influenzare i propri risultati presenti e futuri.
A cura di Celeste Guidotti e Laura Dragone
Dott. Alessandro Bargnani – CEO Psicologi dello Sport | Italia
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