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Life Skills: sterilità emotiva e video giochi
- 27 ottobre 2020
- Posted by: adriano.grazioli
- Categoria: Articoli
Videogiochi e sterilità emotiva, quando lo stereotipo è davvero sbagliato.
La giornata mondiale della salute mentale è passata da poco, il 10 Ottobre scorso, per ricordarci quanto il disagio psichico possa colpirci sempre, in qualunque momento, e per questo siamo chiamati ad essere attenti e vigili a riguardo.
Malattie come la depressione possono portare spesso a drastiche conseguenze, se non trattate preventivamente, e nonostante il grado di avanzamento e sviluppo odierno, la comprensione di queste psicopatologie non è estesa a tutta la popolazione. Di conseguenza tra le svariate modalità di fare prevenzione è impossibile non notare il tentativo da parte di alcuni che, sfruttando la componente di entertainment proposta dal media video-ludico, hanno voluto sensibilizzare ulteriormente sul fenomeno.
Uno dei casi di maggior impeto in questa lotta alla malattia mentale è visibile sul canale YouTube “Rebelzize”. Il 10 ottobre è stato rilasciato un breve corto, di due minuti circa, nel quale uno degli sviluppatori si lascia andare totalmente spiegando come nel 2018 la sua compagna si sia suicidata in seguito a cinque anni segnati da una grave depressione. Lo scopo del video rilasciato, mentre in sottofondo visivo correvano alcune immagini di un famosissimo gioco di ruolo (Skyrim), è quello di esortare gli spettatori a non nascondere l’esistenza di simili patologie e a non sentirsi stigmatizzati nel caso in cui ne fossero afflitti.
Skyrim ha per il content creator di Rebelzize un valore fondamentale poiché vincolato al ricordo della sua partner scomparsa: mille sono le avventure che i due hanno potuto condividere in quel mondo virtuale ove le limitazioni fisiche e mentali sono solo una vaga traccia, e dove la fantasia può ricucire un trauma così forte come solo la perdita di una persona cara può essere.
Essendo Rebelzize affiliato a “Skywind”, un progetto di restaurazione di un gioco precedente alla saga Elders’scrolls (Giochi di ruolo fantasy in cui tramite la creazione del proprio avatar si possono esplorare una vasta gamma di regni, popolazioni ed ambientazioni con lo scopo di sconfiggere un male antico) lo sviluppatore avrà modo di rendere virtualmente omaggio alla sua compagna tramite un epitaffio di eterna durata, facendo sì che lei diventi monito per le future generazione di come un male così subdolo e feroce vada affrontato con enorme vigilanza e forza d’animo.
Non è questo il primo in caso in cui la community di un gioco si riunisce per poter porre omaggio alla scomparsa di una persona, basti pensare che la casa produttrice Bethesda (sviluppatrice degli edler’s scrolls) che ha spesso creato nei suoi mondi virtuali personaggi fittizi in memoria di persone realmente esistite e tragicamente scomparse.
Una community più unita che mai.
A luglio 2020 è venuto a mancare lo streamer ed ex-proplayer di World of Warcraft (WoW) “Reckful” (Byron Bernstein, 1989-2020) a causa di suicidio dovuto ad una depressione maggiore durata anni.
Byron si espose moltissimo sotto questo frangente, mostrandosi anche al pubblico durante le sessioni private di terapia, al fine di sensibilizzare l’audience al male che in quel periodo stava vivendo.
Nonostante gli aiuti ed il supporto ricercato, la sua fine è giunta prematuramente.
La community che lo conosceva ha dimostrato vicinanza alla famiglia organizzando un funerale virtuale con tanto di cerimonia e quieto raccoglimento nelle vaste sale del magico mondo di WoW (MMORPG- massive multiplayer online role playing game) e moltissimi altri giocatori, pro e non, hanno dedicato una notevole mole di tempo nelle loro trasmissioni su twitch alla sensibilizzazione del fenomeno.
Nonostante la tragicità degli eventi, è innegabile quanto la comunità che si sta sviluppando intorno al panorama esports/videogiochi ha sempre raccolto battaglie di prevenzione come questa con grande slancio e serietà, non avendo paura di mettersi a nudo davanti a milioni di spettatori. Siamo spesso portati a considerare questo panorama video-ludico come un parco giochi, legato esclusivamente ad attività puerili scordandoci spesso che l’avatar in-game è una nostra rappresentazione e, come tale, agisce in vece nostra.
Educare tramite questo tipi di mezzi non solo alla correttezza sportiva ma anche all’empatia, alla fratellanza e al rispetto è possibile.
I fatti riportati sopra ne solo l’esempio lampante.
A cura di Dott. Adriano Grazioli
Dott. Bargnani Alessandro Ceo CISSPAT LAB
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