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L’affaticamento e l’overtraining nell’esport
- 26 settembre 2022
- Posted by: annaventurini97@gmail.com
- Categoria: Articoli news News dal campo
Quando pensiamo ad un atleta tradizionale, e consideriamo le sue ore di allenamento, ci stupiamo di quanto tempo venga speso per temprare il fisico. Ore e ore spese nel raffinare un movimento, aumentare la propria resistenza o incrementare la forza. Mediamente, un atleta d’élite spende dalle sei alle otto ore giornaliere per prepararsi alle competizioni e, nonostante lo stupore iniziale, ci pare che questo sia comunque giusto.
Nel caso degli sport digitali, ovvero gli esports, l’allenamento giornaliero varia dalle otto alle dodici ore. Nella visione comune, stereotipata, questo può sembrare assurdo, se non una perdita di tempo a tutti gli effetti. Com’è possibile che, ragazzi e ragazze, per migliorarsi in un’attività come quella del gaming debbano spendere una mole di tempo così grande per essere efficienti?
Per rispondere a questa domanda vanno considerati alcuni aspetti, utili per evitare di incappare in alcuni bias di giudizio verso questa disciplina.
- L’esport ha tutte le carte in regola per essere uno sport. La componente competitiva intrinseca al gioco lo rende complesso al punto giusto per essere considerato tale.
- Tutti gli esports sono videogiochi ma non tutti i videogiochi sono esports. Questa differenziazione deve essere molto chiara, altrimenti si rischia di sottostimare la complessità del fenomeno e non percepirne il potenziale.
- Complessità e meccaniche vanno studiate e comprese a fondo. Ecco perché esiste la necessità di giocare costantemente. Più si gioca più si diventa avvezzi a scoprire ogni singolo aspetto cruciale per ottenere la vittoria ad alti livelli, sono infatti i dettagli, i centesimi di secondo a fare la differenza.
- Le ore spese nell’allenamento digitale sono equiparabili a quelle spese nell’allenamento fisico, con la differenza di percezione nella fatica. L’overtraining è una realtà presente in entrambi i mondi.
Fatte queste premesse, possiamo avere più chiaro il concetto di fatica esperita dagli atleti digitali, i quali, a differenza degli atleti tradizionali, si stancano di meno ma si prosciugano di più. Giocare dodici ore al giorno non è sostenibile, almeno non per lunghi periodi, ecco perché andrebbero strutturati dei percorsi di recupero molto più circoscritti ed efficaci per gli esporters.
Vi sono, però, alcune difficoltà che devono essere considerate e riguardano il mondo interno degli esports, verso le quali vanno presi provvedimenti, come una buona formazione dei coaches, delle organizzazioni e dei player stessi:
- L’idea stessa di fatica è sottovalutata dai giocatori, non è raro, infatti, che dopo aver giocato ore e ore di torneo, questi non smettano di giocare anche dopo. Questo comportamento va assolutamente limato, dando spazio e respiro ad una mentalità volta al recupero.
- Vi è un uso smodato di integratori e bevande energetiche, oltre che di farmaci quali Aderal. Inutile spiegare la gravità di questo problema, i giocatori devono essere al corrente che fare uso di tali sostanze non è salutare né sostenibile.
- Le organizzazioni sono spesso orientate ad ottenere sempre di più dai loro giocatori, che non vengono tutelati sulle ore di gioco e l’eventuale produzione di contenuti digital da pubblicare sui social. Gli atleti vanno tutelati su questo frangente e le organizzazioni che attuano questi comportamenti predatori devono essere arginate.
Concludendo, la realtà esports è molto complessa sul piano dello stress-recupero, questo per tutti i fattori che sono stati elencati fino ad ora. Dall’uso di farmaci fino al comportamento abusante di alcune organizzazioni, il tipo di affaticamento provato dagli sportivi digital è tutto fuorché leggero o comune. Un buon intervento dovrebbe essere teso a rendere più vivibile il binomio vita-sport e tutelare sempre la carriera del ragazzo, evitando drop-out sportivi o la cristallizzazione di comportamenti tossici e distruttivi.
A cura del dott. Grazioli Adriano
Dott. Bargnani Alessandro Ceo CISSPAT LAB
Bibliografia:
- Psychology of esports: a systematic literature review, 2019 ( F. Banyai; M. Griffiths; O. Kiralay; Z. Demetrovics)
- Looking into possible mental factors taht affect professional esports players, 2019 (F. Nilsson; J. Lee)
- Mind-up: giuda al mind coaching per esporters e professionisti, 2022 (A. Grazioli)