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La groupship nello sport
- 11 luglio 2018
- Posted by: Valeria
- Categoria: Articoli Uncategorized
“Il gruppo è diverso dalla somma delle singole parti” (Lewin K., 1935)
I gruppi sono alla base della vita sociale di ognuno di noi. Il gruppo è un insieme di persone con elementi in comune. In generale, il gruppo si identifica come un’unità sociale con caratteristiche precise all’interno di un contesto dinamico; il gruppo implica condivisione di contenuti e scambio di informazioni, viene ad essere un elemento di congiunzione importante tra il singolo individuo e la società in cui egli è inserito. Il gruppo è una entità in continua evoluzione, si modifica grazie all’apporto sempre nuovo dei suoi componenti e in relazione al mondo esterno con cui is confronta. Esistono vari tipi di gruppi all’interno della realtà sociale che ognuno di noi vive quotidianamente, tra questi troviamo anche il gruppo sportivo.
Il gruppo sportivo si identifica nel termine “squadra” e può avere molte accezioni differenti, in base allo sport a cui di fa riferimento. La squadra in sé è fatta di interazioni dinamiche in continua evoluzione ed in costante sviluppo che hanno alla base il raggiungimento di obiettivi comuni attraverso il confronto e la collaborazione. In ogni gruppo, in modo particolare in quello sportivo, esistono ruoli definiti in via ufficiale e ruoli definiti in via ufficiosa che regolano il funzionamento dell’intero sistema squadra e ne determinano l’efficacia. All’interno della squadra è importante considerare e curare gli effetti di influenza e confronto reciproco tra membri e i diversi feedback che si creano in seguito alle esperienze che il gruppo vive quotidianamente: il risultato di tutto ciò determina il fallimento o il successo della squadra sia a a livello sportivo che umano.
Nel contesto sportivo non si parla di gruppo solo in riferimento all’insieme dei giocatori che compongono la squadra sportiva per affrontare il campionato ma si può parlare di gruppi sportivi anche considerando figure diverse che entrano in contatto per obiettivi comuni; un esempio differente di gruppo sportivo può essere l’insieme dei giocatori con lo staff tecnico oppure l’accoppiata giocatori e allenatore. La “squadra” diventa un’unità che condivide responsabilità, scelte ed obiettivi in modo equo e solidale, ciò che viene fatto da un singolo membro si ripercuote su tutti gli altri ma allo stesso tempo riceve il supporto dell’intero gruppo. La squadra si basa sulla fiducia che porta alla condivisione collettiva delle responsabilità delle varie azioni.
La psicologia dello sport, in generale, si occupa dei gruppi e delle loro dinamiche; in tal senso tutto ciò che può influenzare una performance sportiva viene ad essere oggetto di studio. Si indagano quindi: conflitti, dinamiche intra-gruppo, dinamiche inter-gruppo, stili relazionali interni ed esterni, ruoli, figura del leader, etc.. Tutti questi elementi devono essere controllati e gestiti, durante una stagione sportiva, per evitare che vadano ad influenzare negativamente sui risultati della squadra. Lo psicologo deve conoscere la composizione del gruppo per seguire benessere e sviluppo delle potenzialità dei singoli e della squadra. Il gruppo sportivo è un gruppo speciale perché ha sia le caratteristiche di un gruppo primario (ha un forte significato psicologico e si basa su un forte senso di appartenenza/coesione) che quelle di un gruppo secondario (è legato ad uno scopo, ha una divisione per ruoli e le relazioni puntano al raggiungimento di un obiettivo).
Quando un gruppo nasce, dopo la selezione dei membri, inizia subito a strutturare il sentimento di appartenenza e la condivisione. In questo senso si attivano dinamiche di Leadership (bilanciamento tra la soddisfazione dei bisogni individuali e quelli di gruppo), Membership (il singolo valuta in autonomia i pro e i contro dell’appartenenza ad un gruppo, valuta se il gruppo può portare soddisfacimento ai propri bisogni personali) e Groupship. Durante questo ultimo passaggio il gruppo valuta il singolo e si crea delle aspettative su di lui; si inizia un processo dinamico di conoscenza e condivisione di idee e obiettivi che pone le basi per il funzionamento efficace della squadra. La Groupship fa riferimento alle dinamiche del gruppo visto come un’unità autonoma, non considera i membri come unità singole e, quindi, si basa sull’unità e la coesione che si viene a creare dentro al gruppo.
Durante la costruzione del gruppo è quindi fondamentale la cura attenta del Groupship. Si tratta del senso di appartenenza reciproco che si crea tra i membri della squadra, sulla base di bisogni e credenze condivisi. Grazie ad esso si viene a creare una nuova entità con basi e necessità diverse da quelle dei singoli membri frutto di una negoziazione tra i componenti della squadra. Ogni individuo porta nel gruppo qualcosa di sé e prende consapevolezza delle necessità degli altri, arriva a rinunciare ad una parte dei propri bisogni per incontrare richieste dei compagni. Si vengono a creare nuove basi, condivise e approvate da tutti, che permetteranno poi al gruppo di procedere come un’unità nuova, coordinata e definita. Inoltre, avviene spesso che i membri del gruppo scoprano di avere tra loro risorse complementari che permettono di creare una base solida ed efficace, persone con abilità diverse che collaborano per obiettivi comuni.
Il Groupship ossia “l’essere gruppo” si identifica anche con la rappresentazione mentale completa che i membri hanno della loro squadra, l’immagine che si è creata di questa nuova identità emergente con bisogni condivisi e originali e con strategie di azione innovative e approvate. Questa dimensione è il “noi” a cui i membri fanno riferimento e del quale contribuiscono a soddisfare i bisogni. Il gruppo è una identità sovra-individuale e viene riconosciuta dai suoi membri, il senso di appartenenza al gruppo rende il tutto reale, il groupship si identifica con il senso di appartenenza dei singoli individui alla squadra. Il senso di appartenenza alimenta e sostiene la vita del gruppo, differenzia il gruppo dalla realtà circostante e porta allo sviluppo di modalità di azione e comunicazione, specifiche e condivise, verso il mondo esterno. Un livello di groupship efficace vede un giusto bilanciamento tra il potere/presenza del gruppo e il potere/presenza dei singoli individui.
Alla base di un gruppo efficace troviamo il senso di appartenenza al gruppo stesso che non è altro che il senso primario del Groupship; questo senso di appartenenza riesce ad alimentare la vita interna del gruppo, lo porta a differenziarsi rispetto alle realtà circostanti e mette la squadra in relazione con il mondo esterno. In riferimento alla vita interna del gruppo il senso di appartenenza permette lo sviluppo di norme e valori che possano da un lato essere alla base della struttura stessa della squadra e dall’altro permettere la definizione di confini netti tra chi è dentro (membro) e chi invece sta fuori; in ambito sportivo più aumentano l’appartenenza e la coesione interna del gruppo e migliore diviene la performance che la squadra riesce ad esprimere verso l’avversario: i giocatori si mettono in una posizione di attacco/difesa verso gli avversari, ci vuole il giusto antagonismo verso l’esterno. In relazione al meccanismo di differenziazione è chiaro come ogni gruppo tenda sempre a creare un’identità originale e inconfondibile, in ambito sportivo si possono osservare rituali o linguaggi personalizzati (es: Aka degli All Blacks New Zeland); più il gruppo è definito ed originale è maggiormente viene riconosciuto come tale dalla realtà esterna. Infine nel momento in cui il gruppo o la squadra ha definito i propri confini e le proprie basi sviluppa anche modalità specifiche di relazione con il mondo circostante. La qualità delle relazioni che la squadra riesce a sostenere influenza in modo diretto il gruppo e la sua sopravvivenza; per esistere ogni gruppo ha la necessità di relazionarsi e di confrontarsi con altri, le stesse squadre in ambito sportivo trovano la loro dimensione solo in base allo scontro con le altre squadre. Alla base del funzionamento di un gruppo abbiamo anche il fenomeno della coesione, più questa forza è stabile e maggiore è il livello di Groupship presente in squadra. La coesione permette ai vari componenti della squadra di riconoscere il gruppo come proprio, si sviluppa una spinta a sostegno del senso di appartenenza; il fenomeno della coesione di gruppo sta alla base dell’esistenza nel tempo del gruppo stesso. La coesione non è per forza sinonimo di relazioni positive, può significare anche confronto e scontro tra membri, ma stabilisce la volontà di trovare basi condivise tra compagni per potersi contrapporre alla realtà esterna. Dopo lo sviluppo della coesione si passa allo sviluppo del sentimento reciproco di interdipendenza tra membri, questo sentimento sancisce definitivamente l’esistenza di una unità formata da più persone ma diversa dalla somma dei singoli (Groupship).
Alla base del Grouping c’è poi la capacità dei singoli membri della squadra di trovare compromessi, la figura dello psicologo dello sport può inserirsi nel contesto sportivo per migliorare le capacità di comunicazione e mediazione nel processo iniziale di costruzione dell’identità di gruppo. Si deve raggiungere un buon livello di efficacia sul piano del confronto e della costruzione di compromessi positivi per evitare che il gruppo diventi una sfumatura riduttiva dei suoi membri, si deve evitare un clima eccessivamente rigido e favorire il confronto. Ogni membro della squadra deve riuscire a portare quanto di positivo ha da offrire per arricchire al meglio questa nuova identità in via di definizione. Lo psicologo dello sport è in grado di guidare la squadra all’espressione massima del suo potenziale attraverso la cura sia della negoziazione tra le parti che attraverso la creazione di un senso di responsabilità verso i compagni, sulla base del principio della condivisione equa delle responsabilità.
E’ quindi necessario che i contesti sportivi curino molto il “sistema gruppo”. Si deve dare spazio allo sviluppo della “Interdipendenza Positiva” (Jhonson D.W. e Jhonson R.T., 1998): il gruppo, se ben strutturato, detiene risorse maggiori rispetto al singolo che sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi prefissati. Tuttavia, nonostante il gruppo risulti più efficiente del singolo, ogni membro è fondamentale affinché il gruppo funzioni. Questo rapporto di interdipendenza ha riscontri positivi non solo sull’impegno e sul livello di motivazione ma anche sulla qualità delle relazioni all’interno del gruppo.
Noi di C.I.S.S.P.A.T. Lab sosteniamo il gruppo come unità e forza al fine di raggiungere un obiettivo comune. Gli allenatori e lo staff di ogni società hanno il compito di compattare il proprio spogliatoio e fare in modo che ogni atleta possa esprimere le proprie qualità fisiche e psicologiche in maniera efficace e a proprio agio. Per questo motivo qualsiasi squadra che può attingere ad uno psicologo dello sport è agevolata anche per quanto riguarda lo sviluppo del “team bulding” all’interno dello spogliatoio.
Articolo a cura della Dott.ssa Valeria Soffiato
Bibliografia:
- Tortorelli, D. (2016). Prepararsi al via. Psicologia dello sport sistemico-relazionale. FrancoAngeli.
- Johnson D.W. e Johnson R.T. (1998). Apprendimento cooperativo in classe, Erikson.
- Fabbri, F. e Ghisi, M. (2015). Lo psicologo dello sport nel futuro dl rugby. L’aspetto mentale dell’atleta moderno, leup.
Sitografia:
- www.treccani.it
- www.emanuelapapa.it
- www.apprendimentocooperativo.it
- www.monticounseling.it