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LA GESTIONE DELL’ERRORE
“Avrò segnato 11 volte canestri vincenti sulla sirena, e altre 17 volte a meno di dieci secondi alla fine, ma nella mia carriera ho sbagliato più di 9.000 tiri. Ho perso quasi 300 partite. Per 36 volte i miei compagni si sono affidati a me per il tiro decisivo… e l’ho sbagliato. Ho fallito tante e tante e tante volte nella mia vita. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.”
Michael Jordan
L’errore nello sport rappresenta una costante ed è importante che l’atleta sia preparato rispetto ad esso. Le principali cause di errore sono di natura:
- Tecnica
- Tattica
- Emotiva
- Legate alla Forma fisica
Lo psicologo dello sport quando è chiamato ad aiutare l’atleta sulla gestione dell’errore, si occupa per prima cosa degli errori di natura emotiva. Una delle emozioni più ricorrenti, quando si parla di errore, è senza dubbio l’ansia. Ansia e paura agiscono dentro e fuori dal campo e possono essere causa di cattiva performance, le loro azioni si intersecano e si autoalimentano creando spesso un circolo vizioso, che, a sua volta, è collegato ad un alto numero di errori.
Oltre alle cause sopra elencate, nell’errore possono concorrere i distrattori, che possono essere interni o esterni. Nella categoria dei distrattori interni troviamo: fatica, motivazione inadeguata, pensieri intrusivi, sensazioni corporee ed emotività pervasiva. Nei distrattori esterni invece troviamo quelli visivi, acustici e situazionali sociali.
Spesso accade che dopo aver commesso un errore, nonostante la gara vada avanti, il pensiero rimanga su ciò che si è sbagliato.
Piccolo o grande che sia l’errore, può non cambiare la percezione da parte dell’atleta; spesso è accompagnata da emozioni come senso di colpa, rabbia, frustrazione, delusione o vergogna. Questo atteggiamento ha due immediate conseguenze:
- Fa dirigere notevolmente l’attenzione sull’errore commesso, un’azione passata che oramai è finita;
- Riduce o addirittura toglie l’attenzione dalle azioni successive, limitando l’impatto positivo che l’atleta può avere quando è focalizzato al meglio.
Per poter gestire al meglio l’errore è indispensabile reindirizzare l’attenzione alla gara e smettere di pensare all’errore, questo è possibile tramite il refocus.
Mentre il focus è la capacità di concentrarsi sulla propria performance, il refocus consiste nella conoscenza delle strategie mentali per uscire da una situazione di errore. È la tecnica per mantenere il focus sulla performance, anche nei momenti di difficoltà.
Per un refocus efficace bisogna:
- Riconoscere di essere in una zona di non-comfort
- Riconoscere le proprie skills
- Creare un piano di azione per risolvere il problema
Respirazione, dialogo interno risolutivo, usare parole chiave, arresto del pensiero, preshot routines… sono tutte tecniche che aiutano un refocus ottimale. Gli esercizi di respirazione, per esempio, hanno benefici su 3 diversi livelli:
- Livello fisiologico poiché permettono di sfruttare al meglio i processi energetici e diminuiscono la fatica muscolare;
- Livello atletico, diminuendo le contratture e migliorando la postura;
- Livello mentale, aumentando la concentrazione, aiutando la gestione dello stress, delle emozioni e degli stati fisiologici negativi.
Due tecniche efficaci di respirazione sono senza dubbio la respirazione diaframmatica e la respirazione quadratica. Un’altra tecnica è invece il self talk, che si basa sul principio che ciò che le persone si dicono (o pensano di sé) sia in grado di condizionare il comportamento, nella consapevolezza che l’autostima influisca sulla prestazione e sul successo sportivo. Da qui si struttura il dialogo interno, l’atleta deve, attraverso pensieri positivi, focalizzare la propria attenzione sugli obiettivi da raggiungere. Per “pensieri positivi” si intendono frasi incoraggianti, stimolanti o parole chiave da ripetere a sé stessi.
Il self talk è strettamente legato alla confidenza nelle proprie capacità, avere poca fiducia nelle proprie capacità comporta l’instaurarsi di un circolo vizioso, questo spesso inizia con scarse performance e self talk negativo, ciò causa emozioni negative che incidono negativamente sul focus e sulla motivazione. Un’alta confidenza nelle proprie abilità comporta invece un istaurarsi di un circolo virtuoso, ovvero un self talk positivo, pensieri positivi, sensazione di rilassatezza ed energia e di conseguenza motivazione.
Una scarsa confidenza è caratterizzata da:
- Dubbi su sé stessi: self talk negativo
- Forte ansia pre-gara
- Mancanza di sforzo
Mentre per poter creare un circolo virtuoso c’è bisogno di:
- Preparazione
- Allenati nelle avversità
- Prenditi dei rischi
- Cerca supporto
- Valida la tua confidence attraverso il successo
- Positive self talk
I passi per poter affrontare la negatività sono:
- Identifica una situazione in cui diventi negativo
- Identifica perché diventi negativo
- Scrivi le frasi negative che dici a te stesso in quella situazione
- Scrivi delle frasi positive che possono sostituire quelle negative
- La prossima volta che ti trovi in quella situazione sostituisci le frasi negative con quelle positive
Ogni errore è degno di nota ed è importante analizzarlo, ma ancor più è riconoscere quale sia il momento adatto per farlo. Durante la gara, ad errore commesso, va messo da una parte ed è importante concentrarsi sulle azioni successive e su obiettivi prestativi concreti da raggiungere in quel momento.
A cura del Dott. Giorgio Sirianni
Dott. Bargnani Alessandro | CEO Cisspat Lab
Bibliografia
BARGNANI, A. (2021). Master in Psicologia e Coaching dello Sport 9a Edizione.
Padova: CISSPAT.
BERTOLLO, M. (2021). Master in Psicologia e Coaching dello Sport 9a Edizione.
Padova: CISSPAT.
CONTI, C. (2021). Master in Psicologia e Coaching dello Sport 9a Edizione.
Padova: CISSPAT.