Non è più una “notizia”: la capillarità della Psicologia dello Sport sta crescendo a dismisura e – come riporta il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi – grazie ad eventi sportivi come i Campionati Europei di calcio e i Giochi Olimpici è oramai sempre più all’ordine del giorno udire riferimenti allo spettro della psicologia e del sostegno psicologico dalla bocca di atleti plurimedagliati. Ricorrere alla psicologia non è più qualcosa di cui vergognarsi, bensì è riscoprirsi in una nuova dimensione, più “forte” e più “completa”.

Sono gli sportivi stessi infatti a riconoscere l’importanza e i benefici spesso “inaspettati” che il lavoro su se stessi ha dato loro nell’innalzare la qualità della propria carriera agonistica, o nel superare momenti difficili in cui gareggiare è metaforicamente come subire una condanna. “Sbloccarsi psicologicamente” per un atleta è riscoprire nuove forze, nuove risorse che non si sapeva di possedere. Adottare nuove risorse e modalità di coping per resistere agli urti mossi dallo stress, fisiologico in gara e “non”; “riequilibrarsi”, attraverso una psiche più libera, e quindi più energica per fare sì che anche la propria performance agonistica possa impennare.

A tal fine, nel corso degli attuali Giochi Olimpici di Tokyo, il Comitato Olimpico Internazionale ha istituito uno sportello di aiuto psicologico, attivo h24: il “Mentally Fit Helpline”. Inoltre lo stesso Comitato ha pubblicato – come riporta sempre il nostro Ordine – un documento incentrato sul benessere psicologico degli atleti, in cui risulta evidente che federazioni, club e società sportive siano caldamente invitate a “sviluppare iniziative e buone pratiche per la protezione e promozione del benessere psicologico”.

La Mission è inoltre quella di fare sì che tutti gli aspetti che possano necessitare di supporto e guida psicologici, vengano promossi da figure qualificate: appunto gli psicologi sportivi.

A cura del Dott. Spinardi Gabriele