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Cyberbullismo e bullismo, di cosa parliamo?
# UNITI in RETE
L’avvento delle nuove tecnologie, oltre ad aver introdotto numerose opportunità, ha diversificato le modalità con le quali possono essere espresse violenza e aggressività. Tra i principali comportamenti a rischio online è possibile individuare:
-Hate speech (discorsi di odio)
-Sexting (scambio di media a contenuto sessuale)
-Grooming (addescamento online)
-Violazione della privacy Furto d’identità e di informazioni Gambling (gioco d’azzardo patologico online)
-Dipendenza da internet
-Truffe
-Cyberbullismo
Tra questi, verrà esplorato il cyberbullismo e, nello specifico, come tale comportamento a rischio si inserisca in un ambiente sportivo come quello del calcio.
E’ definito cyberbullismo un qualsiasi comportamento compiuto attraverso media elettronici o digitali, da un individuo o gruppi di individui che ripetutamente inviano contenuti ostili o aggressivi, con l’intenzione di infliggere danni o sconforto negli altri. (Fonte: Telefono Azzurro). Rispetto al bullismo, il cyberbullismo condivide con esso gli aspetti dell’asimmetria del potere, della ripetitività e dell’intenzionalità. Tuttavia, queste due forme di sopruso si differenziano per alcuni aspetti, non meno pericolosi.
Se prendiamo come esempio un contesto sportivo, come una squadra di calcio, la presa in giro per un rigore sbagliato, molto spesso non si ferma in campo o nello spogliatoio, ma continua anche rientrati in casa tramite i gruppi Whatsapp. Ciò avviene perché il bullo e i suoi “sostenitori”, in qualunque momento del giorno e della notte, possono scrivere insulti, minacce, intimidazioni anche in forma anonima tramite profili fake. L’assenza di confini temporali e spaziali, rende il cyberbullismo una realtà che pervade l’intera vita della vittima, che può decidere anche di non allenarsi più o abbandonare la squadra. I cyberbulli, d’altra parte, “protetti” dallo schermo non vedono la reazione da parte della vittima, e questa assenza di consapevolezza degli effetti delle proprie azioni, fa sentire gli autori delle vessazioni online ancora più forti e invincibili.
Un altro aspetto da tener presente è la rapidità di diffusione di materiale offensivo. Basta un click e la vita di un semplice ragazzo sportivo, può essere segnata per sempre. Nelle vittime di crimini del web, la sofferenza si mischia con il dolore e la solitudine, pertanto, il sostegno da parte dell’allenatore e dei genitori, è fondamentale.
Tuttavia, è sufficiente salire sugli spalti ed ascoltare ciò che avviene durante una partita: spesso infatti, oltre al tifo e agli applausi, si sentono genitori che aggrediscono verbalmente e umiliano l’avversario di turno. Quell’insulto, quella molestia, che entra nel cuore del ragazzo, continuerà a girare all’infinito come la palla in Holly e Benji, ed alimentare l’odio che la vittima prova nei confronti del suo oppressore, che non appena sarà possibile, rivolgerà su qualcuno più debole di lui, passando da vittima a bullo.
Quindi cosa può e deve fare l’allenatore?
- Assicurarsi di promuovere un clima di apertura al dialogo e serenità pur mantenendo autorevolezza;
- Educare al rispetto delle regole: nel campo e nella vita (fairplay);
- Denunciare e combattere ogni forma di discriminazione e violenza;
- Preparare i ragazzi ad affrontare sia la vittoria che la sconfitta;
- Condannare i pregiudizi riguardo l’aspetto fisico.
Essere # UNITI in RETE sia nella porta di calcio, che nel web, è un coro che va cantato sempre più forte!
Di :
Maria El Asmar
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