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COME ESSERE UN ATLETA ADESSO?
- 14 aprile 2020
- Posted by: Valeria
- Categoria: SPORT Uncategorized
Un’atleta è innamorato dello sport
Un’atleta ha bisogno di allenarsi, divertirsi e condividere con gli altri la sua passione
Oggi siamo nel pieno di una emergenza sanitaria, siamo immersi in una situazione stressante che compromette la routine giornaliera. Si passano le giornate in casa, si lavora in modo diverso o non si lavora affatto, si divide lo spazio con i familiari, le attività all’aperto sono cancellate e non ci si trova più tutti assieme. Siamo destabilizzati perché prendiamo coscienza di come le risorse che fino ad ora hanno permesso la quotidianità, siano messe a dura prova dall’insinuarsi di una malattia. Il sistema in cui viviamo fatica ad adattarsi in modo efficace ai cambiamenti e alle necessità impellenti creando senso di disagio, impotenza, ansia e paura in ognuno. La pandemia globale che viviamo è un evento che ha stravolto la nostra vita in un lampo. Nelle persone si creano vissuti psicologici nuovi e difficili che hanno bisogno di attenzione e cura affinché non portino esiti negativi successivi.
Lo sport, in misure diverse, è parte della vita di molti ed è un ambito che in questa emergenza viene sacrificato e re-inventato in modo sostanzioso. Gli sportivi di tutte le età e di tutti i livelli stanno vivendo un lungo periodo di sospensione. Per nessuno è possibile uscire, si fatica a mantenere la forma fisica e si devono trovare nuove tecniche di allenamento adatte al salotto, alla cameretta o, per chi è più fortunato, al giardino di casa.
Le realtà sportive cercano la formula magica sia per mantenere alta negli atleti la voglia di fare sport ed evitare il declino della forma fisico-tecnica in vista di una ripresa futura sia per evitare di far cadere gli atleti nel drop-out. Si tratta di trovare il giusto metodo per continuare ad accrescere la performance: l‘allenatore deve continuare a stimolare ed allenare lo sportivo affinché lo svolgimento delle gare future e i possibili risultati delle nuove competizioni non mostrino un calo repentino delle capacità dell’atleta. Una buona base per le nuove metodologie può essere partire da un potenziamento delle life skills personali: lavorare sulle risorse per sviluppare competenze che portino comportamenti positivi e adattamento affinché la persona sia capace di far fronte in modo adeguato ed efficace alle sfide quotidiane; per lo sportivo si tratta di avere ora i giusti mezzi per un mantenimento invariato del benessere e del rendimento sportivo attraverso interventi diversificati. Le life skills si articolano in gestione delle emozioni, gestione dello stress, la consapevolezza di sé, decision making, problem solving, sviluppo di creatività, cura del senso critico, sviluppo dell’empatia verso altri, abilità di comunicare e capacità di relazionarsi. Di seguito vedremo come poter allenare alcune di queste abilità perché si rivelano un forte fattore protettivo della salute e un’ottima prevenzione non solo verso l’abbandono sportivo ma anche, in questo caso, verso possibili difficoltà post-pandemia. Alla base dello sviluppo personale si pone, in modo particolare, la consapevolezza basata sopratutto sulla conoscenza di sé: un atleta che prende coscienza delle sue risorse e dei suoi limiti riesce a crescere perché sa cosa allenare e su cosa far presa quando la situazione diventa difficile. Le abilità personali con una buona attenzione alla crescita della consapevolezza sono alla base della crescita di un buon sportivo.
Nello sport giovanile creare dei protocolli sulla base delle life skills è fondamentale affinché non si sciolga il legame tra gli atleti e la disciplina sportiva. Prima i ragazzi avevano una quotidianità oggi gli stessi ragazzi passano le loro giornate in un limitato spazio vitale, hanno pochi contatti, le relazioni sono a distanza e gli impianti sportivi sono chiusi. Questi ragazzi non devono scordare il piacere e il benessere che lo sport procura né devono regredire a livello sportivo. Un passo immediato, fatto dalle società sportive, è stato consegnare ai ragazzi delle schede per i mantenimento della forma fisica nel tempo o chiedere loro di allenarsi assieme sulle piattaforme digitali per non perdere i contatti. E’ stato un buon inizio ma lo sport non è solo fisico. All’interno della piccola parola “sport” si nascondono relazioni sociali, capacità tecniche, abilità mentali, capacità tattiche, regolazione delle emozioni, motivazione e molto altro.
Partendo dai suggerimenti dati dall’Association for Applied Sport Psychology (AASP) per affrontare questo singolare momento, integrando il lavoro iniziato degli allenatori e unendo le conoscenze dello Psicologi dello Sport è possibile trovare degli spunti per creare dei percorsi ottimali per i giovani atleti. Qui di seguito delle LINEE GUIDA per creare un PIANO DI ALLENAMENTO che coinvolga in primis il CORPO ma che arrivi anche alla MENTE del nostro atleta e alle sue RELAZIONI per promuovere la sua salute e migliorare la sua performance sportiva. Un allenatore così può avere il controllo dello stato psico-fisico del suo atleta nonostante la distanza. Le attività aiutano la crescita di life skills e consapevolezza direttamente dal divano ma, allo stesso tempo, pensano al mantenimento fisico nell’atleta.
CORPO
Iniziamo con il considerare lo stato di salute del corpo dell’atleta. Allenarlo vuol dire tenere in forma sicuramente l’apparato muscolare attraverso l’esercizio fisico ma significa anche promuovere il benessere generale dell’individuo; il corpo per funzionare in modo ottimale ha necessità di avere una routine sana e adeguata alla situazione che si sta vivendo, piacevole per l’individuo e fatta a pennello sulla sua condizione di forma fisica.
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TABELLA DELLA ROUTINE E DEL BENESSERE
Si possono proporre delle attività che aiutino focalizzare l’attenzione su quello che si fa abitualmente e sulla qualità delle varie attività. Si chiede ai giovani di riportare informazioni sulla loro giornata: sonno, cibo, tempo passato seduti, tempo dedicato allo sport, attività di svago, sogni e molto altro ⇒ Creiamo nell’atleta l’abitudine di prestare attenzione a quello che fa per il suo corpo; gli chiediamo di annotare su un calendario apposito le varie voci e la qualità di ognuna. Settimanalmente cambiamo le richieste e gli facciamo provare l’esperienza di osservare e annotare tutti i vari aspetti della giornata e il loro cambiare nel tempo.
All’allenatore è utile per avere un quadro della routine dei suoi ragazzi, per vedere se ci sono difficoltà evidenti e per costruire un programma di allenamento fisico congruo con gli orari che gli stessi atleti hanno. Al ragazzo serve come avvicinamento alla conoscenza del suo corpo, dei bisogni, dei cambiamenti necessari e delle buone abitudini. Osservare se stessi è un buon modo per conoscersi e crescere. Può essere utile condividere con gli atleti alcune buone prassi per il benessere come suggerimenti di alimentazione adatta ad uno stile di vita molto sedentario oppure dei metodi di attivazione corporea prima di iniziare le attività di studio sedentario per unire mente e corpo.
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SFIDE A TEMA
Il corpo di un atleta però necessita anche di un programma di movimento in grado di creare vere sfide altrimenti che atleta sarebbe? L’atleta ha in sé uno spirito combattivo fatto di impegno e dedizione che lo porta a cercare un miglioramento continuo; per questo motivo c’è bisogno di piccoli traguardi sportivi da dover raggiungere, uno dopo l’altro. Possono essere sfide legate al fisico (addominali), alla tecnica (gesto specifico della disciplina) o alla tattica (domande sul gioco). È possibile che l’allenatore distribuisca schede di esercizi da eseguire a casa (come viene già fatto ampliamene da molti) oppure si può chiedere all’atleta di mettere in campo la sua creatività e le informazioni che ha assorbito nel corso degli anni facendolo diventare il vero protagonista ⇒ Facciamo costruire gli esercizi da fare direttamente al ragazzo. L’atleta nel creare un esercizio sulla base delle indicazioni e delle linee guida del coach darà al suo allenatore una foto nitida del suo livello di apprendimento/consapevolezza dell’argomento, darà una misura delle sue capacità di problem solving e decision making e farà l’esercizio con maggiore motivazione perché frutto del suo lavoro.
È possibile prevedere dei colloqui attraverso le piattaforme digitali, a due o più atleti con il coach, per l’eventuale correzione e discussione degli esercizi raccolti. In questo modo il ragazzo è partecipe diretto del meccanismo di allenamento e sviluppa il senso di autoefficacia (Bandura, 1999). L’autoefficacia è, in generale, la convezioni di poter aver successo o di fallire ed è legata al raggiungimento degli obiettivi; se una persona sviluppa un senso di capacità e competenza migliora la sua performance finale. L’atleta necessita di sviluppare padronanza.
MENTE
Quando si parla di allenamento mentale si parla di mental training ossia di una metodologia di lavoro, tipica della Psicologia dello Sport, che aiuta l’atleta a sviluppare abilità psicologiche che, unite alla performance fisica, aiutano a raggiungere il picco di prestazione. Molte delle life skills prima citate possono trovare qui la loro collocazione e attraverso l’allenamento mentale possono essere potenziate. Alla base dell’allenamento mentale però si possono trovare delle abilità di base specifiche dello sportivo a cui dare importanza (dal modello di Martens del 1897): controllo dell’attenzione (nello sport si tratta di focus e re-focus ossia della capacità di mantenere e recuperare la concentrazione in gara), gestione delle emozioni (vissuti troppo forti danneggiano le azioni dello sportivo), modulazione dell’arousal (trovare il giusto livello di attivazione), controllo delle immagini (le immagini mentali sono un forte strumento di allenamento e preparazione alle eventualità della sfida), formulazione degli obiettivi (gli obiettivi adeguati accrescono la motivazione sportiva a dare il meglio), controllo dei pensieri (il dialogo interiore e il rapporto con se stessi sono la chiave per essere vincenti). Tutto questo, grazie all’aiuto dello psicologo dello Sport, può essere allenato nel corso della stagione sportiva insieme all’allenamento fisico e può essere sviluppato adesso, mentre si aspetta di tornare in campo.
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CALENDARIO EMOZIONALE
Le emozioni sono un elemento complesso che intreccia reazioni fisiche del nostro corpo con componenti psicologiche provenienti dalla nostra mente, sono un ingranaggio fondamentale del corpo umano e ne influenzano in modo massiccio il funzionamento. Le emozioni che proviamo ci caratterizzano e alle volte seguono percorsi tortuosi per palesarsi alla nostra consapevolezza oppure per essere gestite. Lo sportivo vive emozioni intense in contesti complessi e spesso queste possono trasformarsi in un ostacolo al posto di un’arma a favore, come fare? Ogni sportivo deve ricevere una buona alfabetizzazione emotiva e creare per sé un linguaggio per esprimere le sue emozioni: gli sportivi devono avere un’equilibrata salute emotiva quindi devono saper ammettere e comprendere ciò che provano. Per esprimere quello che si prova non bastano poche parole, ne servono sempre di più perché più cresce di particolari il contesto in cui siamo inseriti e più si ha la necessità di adattarsi.
Imparare ad ascoltare se stessi è un’ardua sfida ma si può iniziare chiedendo a noi stessi ogni giorno “Come mi sento oggi?”. Si può iniziare a capire cosa si prova, cercare di accettarlo senza emettere giudizi, descriverlo con parole nostre e condividerlo con chi abbiamo vicino. Questo ci aiuta essere consapevoli delle emozioni che proviamo cosa che tornerà utile anche durante una gara? ovvio che sì ⇒ Facciamo costruire al giovane sportivo un calendario per le emozioni che vive in casa in questi giorni. Portiamo alla luce la sfera emotiva del giovane e aiutiamolo a conoscerla affinché l’emozione non diventi un ostacolo in futuro, in un campo da gioco. Facciamo in modo che dia una descrizione personale e dettagliata dell’emozione scelta ogni giorno.
Invitiamo poi l’atleta dopo aver fatto tutto ciò ad essere curioso e a cercare sul vocabolario la reale definizione dell’emozione che ha citato per verificare se l’alfabetizzazione emotiva è sviluppata oppure può essere integrata; chiediamo anche agli atleti di cercare di non ripetere la stessa emozione per più giorni o almeno di cambiare la descrizione della stessa di giorno in giorno in base al loro vissuto personale. Infine, può essere utile chiedere al ragazzo di parlare anche delle emozioni che prova quando fa sport per aiutarlo a mentalizzare anche le emozioni specifiche dello sport.
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LETTERA MOTIVAZIONALE
La motivazione è la spinta interna all’individuo che conduce al raggiungimento degli obiettivi. Si parla di direzione della motivazione quandosi parla dell’agire tramite comportamenti che avvicinano alla meta importante. Si fa riferimento all’intensità della motivazione quando si guarda al livello di sforzo che il singolo fa per arrivare alla meta. Lo sportivo muove verso la miglior performance possibile per lui e impiega un notevole sforzo per raggiungere la meta, curare la motivazione dell’atleta significa caricare a sufficienza le batterie del ragazzo affinché abbia le risorse per essere efficace.
Questo periodo di pausa dalla palestra può aiutare lo sportivo a comprendere “Qua l’è il perché?” ossia a descrivere la motivazione allo sport che ognuno di noi ha. Si tratta di un insieme di sensazioni positive, di bisogni soddisfatti, di sfide da raggiungere e molto altro. Ogni atleta, settimana dopo settimana, può scoprire un motivo nuovo che lo stimola nel suo impegno sportivo, diventando sempre più consapevole dei vari mattoncini che compongono la sua passione per lo sport ⇒ Facciamo costruire al ragazzo la sua lettera motivazionale, una raccolta dei motivi chiave per cui pratica il suo sport. Questo lavoro può essere una risorsa adesso per mantenere il legame ma anche al ritorno in palestra o nei momenti difficili.
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VISUALIZZAZIONE SPORTIVA
L’imagery è una tecnica psicologica utilizzata per evocare nella mente del soggetto alcune immagini per poterle analizzare, gestire ed affrontare. L’imagery nello sport è la ripetizione di un gesto motorio specifico con la mente durante il quale, però, la persona vive le sensazioni reali del gesto. Le immagini mentali motorie aiutano l’atleta sia a concentrarsi che a migliorare la performance, i gesti tecnici e le situazioni si allenano immaginando di fare un movimento specifico o provando a risolvere situazioni difficili. La ripetizione delle azioni a livello mentale aiuta a migliorare l’esecuzione quindi porta padronanza dei movimenti, diminuendo l’ansia da prestazione e creando una crescita dell’autostima.
Come possiamo allenare la mente dal divano di casa? Si può utilizzare la visualizzazione guidata ⇒ lo Psicologo dello Sport, sotto le indicazioni pratiche dell’allenatore, prepara una visualizzazione sport-specifica sotto forma di nota audio condivisibile; gli atleti possono trovare un momento di tranquillità nella giornata e in un contesto di rilassamento chiudere gli occhi e provare a concentrarsi sull’immagine proposta.
RELAZIONI
Dare attenzione alle relazioni sociali in questo periodo di quarantena significa evitare che il ragazzo si trovi in una condizione di isolamento sociale acuto rispetto alla condizione precedente. Un atleta da solo non è nessuno, fare sport è un lavoro di squadra, le relazioni stanno alla base di una sana esperienza sportiva. Adesso che si sta a casa la comunicazione, lo scambio e il confronto con la squadra non si devono fermare e, allo stesso tempo, non devono viaggiare solo attraverso i messaggi di testo.
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PIANO DI TELEFONATE
Facciamo costruire ad ogni giovane sportivo un piano di telefonate da fare uno a uno con i suoi compagni e, volendo, con il suo allenatore; chiediamogli di tenere l’elenco delle telefonate, di non richiamare un compagno prima di aver fatto il giro di tutta la squadra e di dedicare almeno 10 minuti alla telefonata. Invitiamo i ragazzi a tenere alto il livello di comunicazione tra loro e spingiamoli a non usare solo i messaggi di testo per comunicare, invogliamoli a parlare in prima persona e a voce alta.
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MOMENTI DI PENSIERO A VOCE ALTA
Se scendiamo un po più nel profondo delle relazioni sociali ci rendiamo conto che la forza del gruppo è la comunicazione. Nello specifico un gruppo che funziona gode di una comunicazione vincente; a questo proposito è bene che nessuno smetta di allenarsi a comunicare il suo mondo agli altri. Saper comunicare fa parte delle life skills utili ad ognuno di noi per poter essere efficace nel contesto, un atleta ne può far bottino e sviluppare un linguaggio specifico per parlare di sport ⇒ Facciamo organizzare agli atleti dei momenti finalizzati a parlare a voce alta con qualcuno di caro, qualcuno che secondo loro sappia ascoltare; gli chiediamo di dedicare 10 minuti al giorno a tirar fuori ciò che in quel momento per lui conta (un evento pericoloso, una attività paurosa, un sogno divertente o un avvenimento buffo). Con l’aumento della pratica da parte del ragazzo il coach può suggerire degli argomenti di conversazione, si può parlare di sport.
Per concludere questa digressione sulle molte possibilità di allenamento dal divano di casa ci tengo a sottolineare che, come spesso mi è stato ripetuto, si devono mantenere l’attenzione e l’impegno verso quello che ci è possibile controllare nella situazione in cui siamo. Sarebbe bellissimo per tutti gli allenatori pensare di nuovo di poter preparare un allenamento in palestra ma questo non è possibile adesso, ora, nel nostro presente. Si deve prendere coscienza del cambiamento, affiancarsi a figure professionali che possano dare supporto e cercare di gestirlo al meglio per puntare sempre e comunque il miglioramento della performance. Lo Psicologo dello Sport può essere una figura vincente: “focus on what you can controll”.
Fonti:
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Bandura, A., Freeman, W. H., & Lightsey, R. (1999). Self-efficacy: The exercise of control.
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Baer, R. A., & Maffei, C. (Eds.). (2012). Come funziona la mindfulness: teoria, ricerca, strumenti. Cortina.
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Consiglio Nazionale Ordini Psicologi degli Psicologi. Lo Psicologo dell’emergenza.
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Kabat-Zinn, J. (2005). Vivere momento per momento. Corbaccio.
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Martens, R. (1987). Coaches guide to sport psychology. A publication for the American Coaching Effectiveness Program: Level 2 sport science curriculum. Human Kinetics Books.
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Organizzazione Mondiale della Sanità. Life skills.
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Organizzazione Mondiale della Sanità. La salute.
A cura di: Valeria Soffiato, Psicologa dello sport – staff psicologi dello sport