NEWS
Chocking Under Pressure e Autoefficacia
- 7 ottobre 2024
- Posted by: Margherita Gelmetti
- Categoria: Articoli
Il Chocking Under Pressure, in italiano “soffocamento sotto pressione”, è una terminologia coniata da Baumeister (1984) come “ prestazione scadente in situazioni di pressione nonostante l’esistenza di abilità superbe e sforzi individuali per le migliori prestazioni”. Affinché l’atleta possa vivere questo tipo di esperienza, devono essere definiti due presupposti: egli deve avere un’alta motivazione intrinseca e deve possedere le abilità giuste per dare il meglio di sé.
Una performance efficace avviene quando un atleta focalizza l’attenzione sugli obiettivi, informazioni, processi e comportamenti che si è preimpostato, bloccando componenti irrilevanti. Gli studi dedicano l’attenzione su due modelli in particolare:
- Modello della distrazione;
- Modello del self-focus
Il primo modello, in relazione al Chocking Under Pressure, avviene quando l’attenzione dell’atleta si sposta dall’obiettivo a situazioni irrilevanti, in seguito ad un livello di ansia percepita superiore al livello ottimale di funzionamento. Le distrazioni possono infatti arrivare dall’interno, come ad esempio elevati livelli di stress, oppure dall’esterno, come il rumore della folla. Lo scopo di questo primo modello è quello di prevenire fattori disturbanti (interni e/o esterni) e focalizzarsi sull’obiettivo, proponendo l’uso di una routine prestabilita o esercizi di respirazione profonda prima di una performance.
Il secondo modello, studiato principalmente da Baumeister, illustra che il Chocking Under Pressure si verifica quando, all’aumentare dell’ansia percepita dall’atleta, egli sposta il focus attentivo sull’esecuzione di un movimento che solitamente risulta automatico, portando all’indebolimento del movimento e di conseguenza della performance.
La principale conseguenza del fenomeno del Chocking Under Pressure è la perdita di efficienza da parte dell’atleta, sia in ambito fisico che mentale. E’ altrettanto importante che gli allenatori, ricomprendo un ruolo fondamentale, siano a conoscenza di questo fenomeno, e che propongano delle strategie preventive; ad esempio promuovendo una serie di prestazioni che mettono l’atleta sotto pressione.
Un’ulteriore corrente interessata al fenomeno del Chocking Under Pressure comprende le teorie del monitoraggio esplicito. Esse sostengono che la pressione spinga gli atleti a prestare talmente tanta attenzione alle proprie abilità da interrompere l’efficacia della prestazione.
In letteratura viene tanto discusso come il Chocking Under Pressure possa influenzare la performance, ma non vi è un effettivo focus sul modo e sul momento in cui interviene. Alcuni studi dimostrano che nel momento in cui l’atleta deve utilizzare la sua memoria di lavoro (sistema di memoria a breve termine responsabile del mantenimento attivo di una limitata quantità di informazioni utili per l’ottenimento di una qualsiasi attività, che aiuta ad inibirne le informazioni irrilevanti), le competenze attentive vengono maggiormente compromesse. Spesso accade che fattori quali: la presenza di una giuria, una ricompensa monetaria e l’ottenimento di un titolo agiscano simultaneamente sulla memoria di lavoro e sula direzione dell’attenzione, compromettendo la qualità della performance.
Uno studio condotto da De Caro e colleghi (2006) dimostra che sapere quando e come agisce il Chocking Under Pressure permette di creare un contesto migliore per la messa in atto della performance. Ciò dà la possibilità all’atleta di prevenire e alleviare gli effetti negativi che la pressione produce.
Un’ulteriore strategia per una migliore performance è mantenere alto il livello di autoefficacia. L’autoefficacia riveste infatti un ruolo fondamentale nella vita di un atleta. Il termine è stato coniato da Bandura che lo definisce come “ la fiducia che una persona ripone nella propria capacità di affrontare un compito specifico” (Bandura, 2000).
Si può dedurre dagli studi presenti in letteratura che coloro che hanno bassi livelli di autoefficacia tendono ad essere più vulnerabili al fenomeno del Chocking Under Pressure. La preparazione di un atleta richiede costanza, impegno, dedizione e sacrifici. Tutte dimensioni che portano a livelli di stress significativi, al quale l’atleta deve far fronte sia durante la competizione, sia durante il suo allenamento quotidiano. Attività sportiva e autoefficacia sembrano avere una relazione circolare dove, ad intraprendere maggiormente un’attività fisica è chi si sente più efficace, e viceversa. È dimostrato infatti che è necessario avere un alto livello di autoefficacia per far fronte agli ostacoli che un’aspirante atleta incontra nel suo percorso verso il successo. Per questo motivo autoefficacia e Chocking Under Pressure sono strettamente correlati.
BIBLIOGRAFIA
Bandura, A. (1997, ed. it.2014). Autoefficacia: teoria e applicazioni. Volumi I e II, Fabbri. https://www.stateofmind.it/2021/10/sport-autoefficacia/
DeCaro, M. S., Thomas, R., Albert, N. B., & Beilock, S. L. (2011). Choking under pressure: Multiple routes to skill failure. Journal of Experimental Psychology: General, 140(3), 390–406. https://doi.org/10.1037/a0023466
Baumeister, R. F. (1984). Choking under pressure: Self-consciousness and paradoxical effects of incentives on skillful performance. Journal of Personality and Social Psychology, 46, 610–620. doi:10.1037/0022-3514.46.3.610