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L’ansia negli sportivi è un fenomeno comune e può influenzare le prestazioni atletiche in modo significativo. Principalmente ciò che è emerso è che l’ansia legata allo sport può avere un impatto negativo significativo sia sulle prestazioni dell’atleta che sull’atleta stesso e che presenta delle relazioni rilevanti con infortuni e comportamenti percepiti dell’allenatore.
Uno spazio a parte deve essere dedicato alla relazione tra ansia e burnout. Prima di inoltrarci nello studio di questi due aspetti è importante però chiederci: “Che cosa è il burnout?”.
Il burnout è una grave forma di stress cronico, un vero e proprio status di esaurimento, nel quale l’individuo è sommerso da uno sfinimento fisico e/o emotivo dovuto, nella maggior parte dei casi, a fattori stressanti derivanti dall’attività che svolge. Inizialmente nasce come malattia professionale specifica per professioni di aiuto a causa dell’affaticamento mentale e fisico del prendersi cura degli altri. Successivamente non viene più riservato solo alle professioni di aiuto, ma a tutti i lavori che sono incentrati sulle relazioni fino ad essere considerato anche all’interno dell’ambiente sportivo.
Ovviamente, rispetto al burnout lavorativo, diversi studiosi hanno apportato modifiche per poterlo riconcettualizzare nell’ambito dello sport. Infatti Raedeke definisce il burnout, specifico per gli atleti, come una sindrome che comprende tre diverse dimensioni:
- Esaurimento emotivo e fisico: percezione di esaurimento delle risorse emotive e fisiche derivanti dall’allenamento e/o dalla competizione
- Riduzione del senso di realizzazione: valutazione negativa delle proprie capacità e i propri risultati sportivi
- Svalutazione dello sport: atteggiamento cinico nei confronti della partecipazione sportiva
Già da questa prima definizione possiamo comprendere come il burnout può avere gravi conseguenze sulla carriera, la salute e il benessere generale dell’atleta. Infatti è associato a molti esiti negativi, tra cui la diminuzione della motivazione, la riduzione delle prestazioni e, infine, l’abbandono dello sport. In generale si tratta di sportivi che ad un certo punto della loro carriera, sentendo di non essere più in grado di mantenere l’elevato livello di performance fino a quel momento ottenuto, hanno un drastico calo della prestazione atletica.
Molti atleti di fama mondiale hanno presentato delle sintomatologie legate al burnout. Un esempio molto recente è quello di Naomi Osaka, la tennista più pagata al mondo e seconda nel rancking mondiale, che ha deciso di ritirarsi dal Roland Garros e prendersi una pausa dal tennis. In particolare la campionessa ha rivelato di aver avuto “momenti d’ansia prima di parlare con i media” e di “trovare stressante la ricerca delle risposte migliori“. Uno stress che l’ha portata a fermarsi: “Mi prenderò un po’ di tempo lontano dal tennis” dice.
Infatti il burnout non interessa solamente la prestazione in sé dell’atleta, ma può portare ad effetti psicologici negativi per esempio nella ridotta qualità della vita, depressione e ansia come è successo per Osaka.
In particolare quello che è emerso dai recenti studi è come l’ansia venga considerata uno dei migliori predittori del burnout. Infatti in diverse ricerche si è evidenziato che più sono alti i livelli di ansia, maggiore è il rischio di burnout per l’atleta. Effettivamente lo stress che comporta il burnout può essere intimamente legato all’ansia, in particolare all’ansia cognitiva. Per esempio l’ansia in un atleta può derivare dalla paura di fallire. La paura di fallire si genera dall’incapacità dell’atleta di gestire e controllare in modo appropriato determinate situazioni sportive causando così all’atleta un alto grado di ansia con varie conseguenze portandolo ad adottare comportamenti disfunzionali, mancanza di interesse e sfociando così nel burnout.
In conclusione possiamo dire che il burnout può essere influenzato da una serie di antecedenti, tra cui l’ansia. Risulta quindi necessario individuare le reali cause che hanno portato a questa sindrome nell’atleta per poter agire attraverso interventi mirati e personalizzati.
A cura della Dott.ssa Aurora Schiesaro
Dott. Alessandro Bargnani | CEO Cisspat Lab
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