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Atleti, Prime Motivation e Continuità nello sport
- 30 novembre 2021
- Posted by: gabriele.spinardi1
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‹‹Venivo da un anno di alti e bassi. Il grave infortunio al gomito a settembre dell’anno scorso, dolorosissimo. I lunghi mesi di riabilitazione. Finalmente stavo meglio. Poi ad inizio anno il crollo: infezione da stafilococco aureo […]. Poi l’operazione, l’infezione debellata, le settimane chiusa in ospedale e quando siamo usciti mancavano 119 giorni alla Paralimpiade. “Non ce la farete mai” ci hanno detto. “Ci vogliamo provare?” ci siamo chiesti. Passione, coesione, lavoro, fatica›› (Bebe Vio, 2021). Così la schermitrice pluripremiata si racconta alle persone una volta terminate le paraolimpiadi di Tokio. Il motto che accompagna la sua vita è: ‹‹Se sembra impossibile allora si può fare››. Un esempio di tenacia, forza e passione che suggerisce che quando c’è la giusta dose di motivazione l’impossibile diventa possibile.
Nella vita di tutti i giorni, come nello sport, le persone sono spinte ad agire poiché guidate da una serie di aspettative, bisogni e sogni. Ma perché alcuni individui sono altamente motivati e lottano costantemente per raggiungere i propri obiettivi, mentre altri sembrano evitare l’impegno e la competizione? L’ingrediente fondamentale per avere successo nella vita e nello sport consiste in una conoscenza approfondita dei fattori che influenzano la motivazione e le modalità per supportarla. La motivazione può essere definita come la direzione e l’intensità del proprio sforzo e deriva dall’incontro tra caratteristiche individuali (personalità, bisogni, obiettivi) e dell’ambiente in cui si è inseriti (Sage, 1977). È stato, infatti, dimostrato che un clima positivo e orientato al compito rafforza la concentrazione, favorisce l’autonomia, la messa in atto di strategie d’apprendimento più efficaci e il supporto sociale. Al contrario, un clima negativo e orientato al risultato è associato a una bassa motivazione e una scarsa autoefficacia (Duda, 2013).
La concettualizzazione della motivazione sportiva proviene dalla teoria dell’autodeterminazione (Self Determination Theory; Ryan & Deci, 2000) che suggerisce come la motivazione derivante dal piacere (motivazione intrinseca – intrinsic motivation), dal bisogno di identità (integrated regulation) e dall’autosviluppo (identified regulation) sia associata una serie di conseguenze positive negli atleti, come un maggior impegno e coinvolgimento nell’attività sportiva. Quando, invece, l’atleta si allena per mantenere i livelli di autostima elevati (introjected regulation), soddisfare le aspettative degli altri o ottenere riconoscimenti esterni (external regulation) può sperimentare una maggiore incidenza di stress, burnout, dropout e mancanza di controllo sull’attività (amotivation).
Jesse Owens, velocista statunitense e vincitore di quattro medaglie olimpiche affermava: “We all have dreams. But in order to make dreams come into reality, it takes an awful lot of determination, self-discipline, and effort.” (“Abbiamo tutti dei sogni. Ma per trasformare i sogni in realtà, ci vogliono molta determinazione, autodisciplina e impegno.”).
Per raggiungere un alto livello di prestazione, l’atleta ha bisogno di sviluppare caratteristiche motivazionali che supportino il suo impegno nello sport, facilitino lo sforzo a lungo termine e lo aiutino ad affrontare imprevisti e infortuni. Al contrario, i pensieri disfunzionali, l’eccessivo perfezionismo, il super investimento e la paura di sbagliare possono condurre a conseguenze negative come il burnout, problemi di salute o abbandono dello sport.
Ma perché la motivazione è così importante? Innanzitutto perché influenza componenti della quotidianità che concorrono a una buona performance sportiva, come le condizioni fisiche, mentali, l’allenamento tecnico e tattico e lo stile di vita (abitudini alimentari, di sonno …). Inoltre supporta la perseveranza a continuare nonostante la fatica o il dolore, poiché, se si è fortemente motivati, lo sport rappresenta una priorità nella propria vita.
Oltre alla motivazione, la performance sportiva è determinata da una serie di fattori, tra i quali le doti fisiche e le attitudini mentali innate, la difficoltà della competizione (forza degli avversari), le condizioni climatiche e le caratteristiche del campo da gioco. Si tratta, tuttavia, di elementi che non si possono controllare. La motivazione, invece, può essere allenata.
Jim Taylor (2017) parla di “prime motivation”, la quale implica lo sforzo nel dare sempre il massimo per raggiungere gli obiettivi sportivi prefissati. Ciò significa continuare a lavorare duramente nonostante le sconfitte, gli errori o i fallimenti. La prime motivation può essere definita come una dedizione quotidiana a dare il massimo e tendere costantemente al proprio limite o massimale. Come aumentare dunque, la propria motivazione?
La leggenda del pugilato Muhammad Ali, rivela che “What keeps me going is goals” (Quello che mi fa andare avanti sono gli obiettivi). Infatti, porsi degli obiettivi a lungo termine sui quali focalizzarsi durante gli allenamenti fa prevalere le emozioni positive di orgoglio e desiderio di affermazione su quelle negative, come la rabbia e la frustrazione. Anche avere un partner di allenamento, come un compagno di squadra che possiede una preparazione atletica simile e condivide gli stessi obiettivi, aiuta a mantenere la motivazione. Jim Taylor suggerisce, inoltre, di allenarsi in modo intelligente variando il programma di allenamento e alternando periodi ad alta intensità con fasi di riposo. Infine, si possono utilizzare dei cue motivazionali come frasi o foto di atleti di successo capaci di generare emozioni positive che incitano a perseverare nel lavoro per avvicinarsi all’obiettivo.
“You’ll be surprised to know how far you can go from the point where you thought it was the end.”
BIBLIOGRAFIA
Duda, J. L. (2013). The conceptual and empirical foundations of Empowering Coaching™: Setting the stage for the PAPA project. International Journal of Sport and Exercise Psychology, 11(4), 311–318
Ryan, R. M., & Deci, E. L. (2000). Self-determination theory and the facilitation of intrinsic motivation, social development, and well-being. American Psychologist, 55, 68–78
Sage, G. (1977). Introduction to Motor Behaviour: A Neurophysiological Approach. 2nd edition. Reading, Massachusetts: Addison-Wesley
Taylor, J. (2017). Train Your Mind for Athletic Success: Mental Preparation to Achieve Your Sports Goals. Lanham: Rowman & Littlefield Publishers
A cura della Dott.ssa Anna Venturini.
Dott. Bargnani Alessandro, CEO Psicologi dello Sport Italia