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Aspettative sociali e atleti adolescenti
- 27 febbraio 2025
- Posted by: veronica_m95
- Categoria: Articoli

L’adolescenza è un periodo cruciale nello sviluppo fisico, emotivo e sociale di una persona. Per gli atleti adolescenti, questo periodo è spesso caratterizzato da sfide uniche, poiché devono bilanciare le loro aspirazioni sportive con le pressioni sociali provenienti da genitori, allenatori e pari. Le aspettative sociali possono fungere da potenti motivatori, ma quando diventano eccessive o irrealistiche, possono influenzare negativamente il benessere psicologico e il rendimento sportivo degli adolescenti.
Il ruolo dei genitori
I genitori giocano un ruolo fondamentale nella vita sportiva degli adolescenti, fornendo supporto emotivo, risorse economiche e opportunità per praticare lo sport. Tuttavia, le aspettative genitoriali possono anche trasformarsi in una fonte di pressione, specialmente quando i genitori proiettano sui figli le proprie ambizioni o desideri irrealizzati.
Come evidenziato da Wolfenden e Holt (2005), gli adolescenti che percepiscono un’eccessiva pressione dai genitori per ottenere risultati elevati sono più inclini a sperimentare ansia e una diminuzione della motivazione intrinseca legata al piacere di praticare lo sport di riferimento. Questa pressione può anche portare a un senso di colpa o delusione quando le aspettative genitoriali non vengono soddisfatte, influenzando negativamente l’autostima dei giovani atleti, i quali, temendo di deludere i genitori, possono anche sviluppare un’eccessiva paura dell’errore, che influisce negativamente sulla loro performance e sul benessere psicologico. L’abbandono sportivo è un’ulteriore conseguenza di questo approccio genitoriale: secondo studi di Fraser-Thomas et al. (2008), molti ragazzi lascerebbero lo sport durante l’adolescenza a causa della pressione esterna, che può portare a tensioni nei rapporti familiari, soprattutto se le aspettative dei genitori non coincidono con i desideri del figlio.
Un coinvolgimento equilibrato della famiglia, che valorizzi l’impegno piuttosto che i risultati, favorisce lo sviluppo dell’autostima dei giovani atleti. Infatti, se essi si sentono sostenuti sono più propensi a credere nelle proprie capacità. Un altro aspetto cruciale è il rispetto per le scelte del giovane atleta. I genitori dovrebbero ascoltare le preferenze e i bisogni dei figli, evitando di imporre loro uno sport o obiettivi che non riflettono i loro interessi personali. Questo approccio favorisce una relazione sana con lo sport, incentrata sul piacere e sull’autonomia del giovane. Anche la comunicazione aperta è altrettanto importante: creare un ambiente in cui i figli possano condividere le proprie esperienze senza paura di essere giudicati aiuta a costruire una relazione di fiducia e ad affrontare eventuali difficoltà in modo costruttivo.
Il ruolo degli allenatori
Gli allenatori sono figure chiave nello sviluppo sportivo e personale degli atleti. Adottando uno stile di coaching orientato al supporto, incoraggiando la crescita individuale e fornendo feedback costruttivi, essi tendono a promuovere un senso di competenza e autonomia negli atleti. Al contrario, uno stile autoritario, caratterizzato da critiche e aspettative irrealistiche, può aumentare lo stress psicologico e portare a un calo della motivazione. Gli atleti adolescenti che percepiscono di essere costantemente giudicati esclusivamente in base alle loro prestazioni possono sviluppare una mentalità basata sul risultato, ansia, paura dell’errore, burnout e drop-out.
L’influenza dei pari
Nel contesto sportivo, i pari svolgono un ruolo significativo nello sviluppo sociale e psicologico degli adolescenti, i quali spesso cercano l’approvazione dei coetanei e desiderano essere accettati come membri di un gruppo. Questa dinamica può essere sia positiva che negativa. Le relazioni positive tra pari possono fornire supporto emotivo, aumentare il senso di appartenenza e migliorare la fiducia in sé stessi. Tuttavia, quando i pari esercitano pressioni per conformarsi a determinati standard o comportamenti, gli atleti adolescenti possono sentirsi intrappolati in aspettative sociali che non rispecchiano i loro veri desideri o capacità e conseguentemente sviluppare comportamenti disfunzionali, come l’abuso di sostanze o l’overtraining.
Per mitigare l’impatto negativo delle aspettative sociali, è fondamentale adottare un approccio equilibrato che coinvolga genitori, allenatori e atleti stessi.
- Educazione dei genitori: i genitori dovrebbero essere educati sull’importanza di promuovere un atteggiamento positivo verso lo sport, enfatizzando il divertimento e il miglioramento personale;
- Formazione degli allenatori: attraverso eventi formativi mirati, gli allenatori possono apprendere come creare un ambiente di supporto che favorisca lo sviluppo emotivo e sociale degli atleti, evitando di esercitare pressioni eccessive o di adottare uno stile di leadership e comunicativo disfunzionale;
- Promuovere relazioni positive tra pari: incoraggiare un senso di comunità e collaborazione all’interno delle squadre per ridurre le dinamiche competitive disfunzionali e favorire un maggiore e migliore supporto reciproco.
In conclusione, le aspettative sociali possono avere un impatto significativo sugli atleti adolescenti, influenzando il loro benessere psicologico e la loro esperienza sportiva. Se da un lato possono rappresentare una fonte di motivazione e crescita, dall’altro, quando eccessive o mal gestite, possono generare ansia, perdita di autostima e persino l’abbandono dello sport praticato. Per garantire un ambiente sano e favorevole allo sviluppo degli atleti, è essenziale l’adozione di un approccio equilibrato, basato sul supporto, la comunicazione e il rispetto per le scelte individuali. In questo modo lo sport potrà essere un’esperienza arricchente, capace di favorire non solo la crescita atletica, ma anche quella personale ed emotiva.
A cura della Dott.ssa Veronica Mattarozzi
Dott. Alessandro Bargnani | CEO CISSPAT Lab
Bibliografia
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