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Antonio Conte: Basta “Pazza Inter”!
- 5 settembre 2019
- Posted by: Gianluca
- Categoria: Articoli Uncategorized
Presidente Zhang: “Mister, Are you ready for Pazza Inter?”
Antonio Conte: “Not Crazy Inter. No more!
Con queste parole Antonio Conte inizia la sua avventura all’Inter. In una divertente intervista concessa a Cattelan, Antonio Conte fa subito capire all’ambiente Inter che per vincere e costruire qualcosa di importante ci vuole regolarità, sudore, sacrificio e come ripete sempre “testa bassa e pedalare”.
Ma, perché Antonio Conte ha detto quelle parole? Perché non vuole che la parola “pazza” sia associata all’Inter?
Con Pazza Inter si descrive, ancora oggi, quell’imprevedibilità che contraddistingue la squadra nerazzurra. Pazza Inter è un modo di essere. È il modo di essere di una squadra che ha abituato i propri tifosi a emozioni incredibili in coda a partite che sembravano ormai perse. È la capacità di rimontare 2 gol di scarto nei minuti di recupero e allo stesso tempo di perdere partite ormai vinte.
Pazza Inter è anche l’inno che i tifosi amano cantare perché trasmette energia, passione e, appunto, “pazzia”. L’attributo “pazza”, fino a ieri, ha rappresento la cultura della società.
La cultura societaria (o cultura organizzativa) è l’elemento più importante di un’organizzazione. Essa consente di spiegare la struttura, le scelte strategiche, il reclutamento e la condotta degli individui. Schein (1992) definisce la cultura organizzativa come “l’insieme coerente di assunti fondamentali che un dato gruppo ha inventato, scoperto o sviluppato imparando ad affrontare i suoi problemi di adattamento esterno e di integrazione interna, e che hanno funzionato abbastanza bene da poter essere considerati validi e perciò tali da poter essere insegnati”.
Con “Not Crazy Inter. No more!”, Conte va quindi contro alla cultura che ha caratterizzato la storia dell’Inter.
Conte, così come Marotta, sta cercando di portare una nuova cultura all’Inter caratterizzata da organizzazione, disciplina e programmazione. Questa linea traccia a cascata una ricaduta anche nella scelta della rosa e di uno stile a cui non tutti si sono allineanti; forse giocatori come Perisic, Nainggolan e Icardi, che sono stati tra i giocatori più rappresentativi di tale società negli ultimi anni, vengono ceduti perché non rispecchiano la “nuova” cultura societaria che si fonda sulla disciplina, sull’organizzazione e sulla programmazione.
Un altro passo fatto in questa direzione, per eliminare l’associazione tra “pazza” e Inter, è stato quello di non far ascoltare le note di “Pazza Inter Amala” nel pre-partita di Inter-Lecce (e così sarà d’ora in avanti).
Con quanto fatto, Conte e l’Inter interrompono e sostituiscono il self-talk di tifosi e giocatori. Con self-talk (o dialogo interno) si intendono le comunicazioni che facciamo con noi stessi e si tratta di una modalità riflessiva che può fortemente influenzare il modo in cui andremo ad agire. Ciò che le persone si dicono (e quindi pensano) è in grado di condizionare il modo di comportarsi. In questo caso, quindi, attribuire a sé stessi l’attributo di “Pazza Inter” porterà la squadra (con il rinforzo che danno i tifosi) a comportarsi e a giustificare il modo di essere imprevedibile.
È dunque importante monitorare il dialogo e lo storytelling che gli atleti e i tifosi hanno e promuovono per capire e interpretare la cultura di una squadra, di una società e di una tifoseria.
Vietare alcune parole o frasi è un metodo utilizzato anche nella Masia del Barcellona per educare e insegnare ai propri giovani il calcio, non solo come filosofia di campo, ma anche come filosofia di vita.
Le regole della Masia – le parole vietate nella cantera del Barcellona: |
– Rubare il pallone: rubare implica l’appropriarsi di qualcosa che non ci appartiene. La sfera va recuperata, se non in possesso, perché è nostra. |
– Nemico: la parola nemico ha un sentimento bellicoso che la Masia rifiuta completamente. Nello sport il Barcellona incoraggia i valori sani. Rivali in campo, ma fuori si può essere amici. |
– Ego: egoismo e individualismo sono assolutamente banditi. Il Barcellona è una squadra e mette tutto il talento al servizio del collettivo. |
– Conformismo: al Barcellona non vale un 7 o un 8. L’esigenza massima è l’unico modo per vincere le sfide. |
– Pensare al contrario: ciò che conta è il gioco e il modo di gestirlo in campo. L’avversario ha i suoi trucchi, ma il Barcellona per contrastarlo deve rafforzare la filosofia di gioco. Non si cambierà mai il modello, né verrà adattato alle caratteristiche dell’altra squadra. |
– Gioco reattivo: il Barcellona è creativo per antonomasia, è quindi una squadra basata su ciò che è in grado di fare con la palla. Essere creativi significa capire cosa succede in campo e darne un contesto nel gioco. Occorre sapere come muoversi e ordinarsi attraverso il pallone. |
– Verticalità: non bisogna cercare la porta avversaria il più presto possibile e ad ogni costo. La filosofia del Barcellona prevede una circolazione dall’esterno all’interno, dalle retrovie a davanti: allargarsi e poi stringere il gioco. La priorità assoluta resta la vicinanza tra le linee: più vicini si è, più è facile tenere e recuperare il pallone. |
– Sofferenza: quando il Barcellona non ha la palla, deve recuperarla per giocare e divertirsi. Se non è in possesso, è più facile subire problemi dagli avversari. |
– Disordine: l’organizzazione dà significato al modo di guardare il calcio: per raggiungere questo ordine sul campo viene stabilita la superiorità numerica in diverse zone del campo. |
– Noia: solo divertendosi con il gioco e il pallone è possibile migliorare e raggiungere l’eccellenza. |
Il fulcro del self-talk sta nella focalizzazione sui pensieri positivi e sugli obiettivi, in modo che essi portino al comportamento desiderato. La tecnica consiste nello sviluppo di affermazioni, incoraggiamenti, brevi istruzioni, parole chiave e frasi stimolanti, da ripetere a sé stessi (mentalmente e ad alta voce), al fine di sostituire eventuali pensieri sbagliati o che non si vogliono promuovere con stimoli positivi e rinforzanti.
Finché siederà Conte sulla panchina dell’Inter sentiremo sempre meno parlare di “Pazza Inter” e sempre di più di disciplina, di lavoro, di sudore, di sacrificio e del motto “testa bassa e pedalare”.
A cura di Gianluca Zamuner
PSICOLOGI DELLO SPORT
CEO DOTT. ALESSANDRO BARGNANI
Bibliografia
- Antonis Hatzigeorgiadis, Evangelos Galanis (2017), Self-talk effectiveness and attention. Current Opinion in Psychology, Volume 16, Pages 138-142.
- Schein, E. H. (1992). Organizational culture and leadership. San Francisco: Jossey-Bass.
Sitografia