NEWS
Achievement Goal Theory, Ansia e Intelligenza Emotiva
- 2 settembre 2024
- Posted by: Emma Benini
- Categoria: Articoli
Achievement Goal Theory, Ansia e Intelligenza Emotiva
Achievement Goal Theory (Nicholls, 1989)
La Achievement Goal Theory (Nicholls, 1989), è una teoria che offre una chiave di lettura su come un coach possa influenzare il clima motivazionale di un atleta, orientandolo verso due direzioni distinte: il compito (towards mastery) o l’ego (towards performance).
Quando un allenatore crea un clima motivazionale orientato al compito, l’atleta viene spinto a concentrarsi sulla padronanza delle abilità e sul miglioramento personale. Questo tipo di motivazione, intrinseca, porta a un aumento dei livelli di piacere e divertimento nell’attività sportiva, poiché l’atleta si focalizza sul raggiungimento di obiettivi personali e significativi. La soddisfazione deriva dal progresso e dalla crescita personale, piuttosto che dal confronto con gli altri.
D’altra parte, un clima motivazionale orientato all’ego pone l’enfasi sul confronto sociale e sulla dimostrazione delle proprie capacità rispetto agli altri. In questo contesto, l’atleta è motivato principalmente da fattori estrinsechi, come il riconoscimento e il superamento degli avversari. Questo orientamento può essere associato a maggiori livelli di ansia, poiché la pressione per dimostrare il proprio valore aumenta. L’atleta può sentirsi costantemente sotto esame, preoccupato di non essere all’altezza delle aspettative o di fallire nel confronto con gli altri (Agans, Su & Ettekal, 2018).
La relazione con l’ansia di tratto e l’intelligenza emotiva
Esiste una connessione diretta tra l’ansia di tratto negli sport individuali e l’orientamento al compito adottato dagli atleti e dalle atlete. Gli individui con una personalità più incline all’ansia tendono a percepire la competizione negli sport individuali come particolarmente stressante. In risposta a questo stress, possono adottare un orientamento al compito come strategia di coping. Questo approccio permette loro di concentrarsi sul miglioramento personale e sul raggiungimento di obiettivi intrinseci, piuttosto che sul confronto con gli avversari.
Gli atleti e le atlete che possiedono una buona gestione delle emozioni sono generalmente più inclini ad adottare un orientamento al compito. Questa capacità emotiva consente loro di focalizzarsi sulle ricompense interne, come la soddisfazione personale e il senso di realizzazione, piuttosto che sulle pressioni esterne e sulla necessità di superare gli altri.
Infatti, è stata riscontrata una correlazione significativa tra l’orientamento al compito e l’intelligenza emotiva (EI). Secondo lo studio di Castro-Sánchez et al. (2018), gli atleti con un’elevata intelligenza emotiva sono più propensi a orientarsi verso il compito, utilizzando le loro competenze emotive per gestire lo stress e migliorare le loro prestazioni. Questo legame tra intelligenza emotiva e orientamento al compito sottolinea l’importanza della gestione emotiva nel raggiungimento di obiettivi sportivi in contesti individuali, dove l’ansia può avere un impatto significativo sulle prestazioni.
La letteratura sulle prestazioni sportive di alto livello evidenzia che gli atleti di successo tendono a mantenere una concentrazione prevalentemente orientata al compito, evitando di lasciarsi distrarre da pensieri legati a possibili esiti negativi. Secondo Golby, Sheard & Lavallee (2003), questa capacità di focalizzarsi sul miglioramento personale e sul raggiungimento di obiettivi specifici, piuttosto che preoccuparsi delle conseguenze di un eventuale fallimento, è una caratteristica distintiva degli atleti che raggiungono e mantengono prestazioni elevate.
Questa mentalità permette loro di gestire meglio la pressione e lo stress associati alla competizione, riducendo il rischio che l’ansia e i dubbi possano interferire con la loro performance. Concentrandosi sugli aspetti controllabili della loro attività sportiva, questi atleti riescono a mantenere un alto livello di efficacia e a migliorare costantemente le loro abilità, senza essere ostacolati da pensieri negativi o preoccupazioni relative al risultato finale.
A cura della Dott.ssa Emma Benini e del Dott. Andrea Testolin
Dott. Alessandro Bargnani | CEO CISSPAT Lab
Bibliografia
Nicholls, J.G. (1989) The competitive ethos and democratic education. Harvard University Press.
Agans, J.P., Su, S., Ettekal, A.V. (2018) Peer motivational climate and character development: testing a practitioner-developed youth sport model. Journal of adolescence, 62: 108-115.
Cástro-Sanchez, M., Zurita-Ortega, F., Chacón-Cuberos, R., López-Guetiérrez, C.J., Zafra-Santos, E (2018) Emotional Intelligence, Motivational CLimate and Levels of Anxiety in Athletes from Different Categories of Sports: Analysis through Structural Equations. International Journal of EnvironmentaL Research and Public Health, 15(5): 894
Golby, J., Sheard, M., & Lavallee, D. (2003). A cognitive-behavioral analysis of mental toughness in national rugby league football teams. Perceptual and Motor Skills, 96: 455-462.