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Performance: la musica entra in gara
- 6 marzo 2018
- Posted by: Enrico Nerboldi
- Categoria: Articoli Uncategorized
E’ risaputo che l’ascolto e l’esecuzione di melodie e suoni può influenzare lo stato psico-fisico ed avere conseguentemente effetti stimolanti sugli stati d’animo e sulle emozioni di una persona. Naturalmente cambiando la tipologia di musica e melodia cambia di conseguenza la tipologia di stimolo.
Possiamo usarla sia come sedativo che come stimolante. La musica con BPM (battiti per minuto) alto può essere usata per “pomparsi” prima di una competizione, la musica con BPM basso può aiutare a calmarsi ed aiuta la focalizzazione. Le sue potenzialità curative sono attestate scientificamente anche grazie a mezzi sempre più raffinati (neuroscienze) ed è affermabile che i suoi effetti possono migliorare tra le altre cose anche la salute ed il benessere personale di chi l’ascolta. Essa infatti può influenzare diversi ambiti come le funzioni esecutive, le capacità motorie, lo sviluppo emozionale, le abilità sociali e la qualità ed il benessere della vita quotidiana con l’obbiettivo (anche inconscio) di contribuire all’organizzazione di una personalità equilibrata e matura.
La musica e gli effetti fisiologici nel corpo
Dal punto di vista scientifico e dai risultati raccolti in questi anni di intervento si può affermare che l’ascolto della musica interviene su molteplici meccanismi fisiologici: è in grado di influenzare l’asse ipotalamo-ipofisario ed il sistema nervoso autonomo (stesse aree cerebrali che gestiscono funzioni involontarie come il battito cardiaco e la digestione), capace di modulare una serie di risposte metaboliche; Oltre a questo, la musica innesca la produzione di endorfine ed il rilascio di dopamina nei centri neurali (la dopamina è un neurotrasmettitore che si occupa della produzione del piacere, e come tale è identificato anche come neuro-ormone che innesca la produzione di endorfine che migliora l’umore e condizionano il rilassamento).
Di recente, come emerso da una ricerca sul Journal of Sport & Exercise Psychology, è stato scoperto che la musica può avere effetti “dopanti” durante l’attività fisica, poiché il cervello risponde autonomamente a stimoli ambientali esterni ad esso, aumentando le capacità connettive neuronali e la produzione di endorfine. A livello scientifico la musica è quindi considerata un doping naturale e in alcuni casi è stata addirittura vietata. Come ad esempio nella maratona di New York del 2007 in cui era stato vietato l’utilizzo delle cuffiette durante la gara, poiché secondo la federazione americana di atletica, la musica altera le prestazioni e aumenta il rendimento (New York Times, 2007). La Usa Track and Field, ha messo al bando l’uso di auricolari e riproduttori di musica portatile. Le nuove regole sono state giustificate per volontà di non dare “un vantaggio competitivo” a chi corre con la musica nelle orecchie.
Dal punto di vista motorio sportivo sono stati dimostrati gli effetti benefici dell’attività fisica. Ascoltare brani musicali durante l’allenamento o prima di una competizione porta a migliorare le performance in gara, poiché la musica aiuterebbe ad aumentare la velocità degli esercizi, la resistenza alla fatica, la resistenza allo sforzo e una diminuzione della percezione del dolore. Scoperte recenti hanno anche dimostrato che la musica ha un ruolo positivo nel recupero metabolico dallo stress, nella motilità gastrica e intestinale, nella riduzione del livello dell’ansia con un effetto protettivo del sistema cardiovascolare. Ciò è possibile grazie alla stimolazione della regione cerebrale incaricata alla pianificazione e nell’esecuzione dei movimenti. Grazie alle attività musicali si attivano le cortecce visive di entrambi gli emisferi cerebrali ed essa aiuta la coordinazione, la motricità del corpo e l’ascolto in quanto ritmo, melodie e brani possono avere effetti positivi anche sulla concentrazione. Questo tipo di approccio permette una maggiore consapevolezza del corpo e di sé, se utilizzata in maniera efficace. Aiuta a sviluppare la percezione e l’organizzazione temporale, la verbalizzazione e la coordinazione motoria da sviluppare durante la crescita.
Uno studio pubblicato, poco più di un anno fa, sul Journal of Sport and Exercise Psychology da “Costas Karageorghis”, della Brunel University in Gran Bretagna, sostiene che il pop e il rock, con determinati ritmi, aumentano la resistenza fisica nella pratica sportiva e infondono uno stato di vigore anche durante allenamenti intensi, combattendo la fatica. La prova è stata fatta su un campione di trenta volontari che dovevano correre su un tapis roulant a ritmo di musica, con brani scelti dai ricercatori. I Queen, i Red Hot Chilli Peppers, Madonna e altri artisti. Grazie all’ascolto, gli sportivi hanno acquistato una resistenza superiore del 15%, in alcuni casi anche del 20%, e hanno corso di più, sopportando meglio la fatica e con una migliore sensazione di benessere. Lo psicologo dello sport Costas Karageorghis ha elaborato colonne sonore che hanno gli stessi effetti di molte sostanze illegali usate dagli atleti per eccellere nelle varie discipline sportive. “Numerosi atleti – ha dichiarato – utilizzano la musica come se si trattasse di una droga legale. Generalmente, ritmi trascinanti hanno un effetto stimolante mentre melodie più lente riducono l’eccitazione”.
Le canzoni ideali per l’allenamento da moderato a intenso sono quelle che hanno da 120 a 140 battute al minuto, tipo “I like the way you move” dei Bodyrockers, “Mercy” di Duffy, ma anche brani classici come “Don’t stop me now” dei Queen o “Dancing Queen” degli Abba, o ancora “Eye of the tiger” dei Survivor, la colonna sonora di Rocky IV.
Molti atleti professionisti hanno dichiarato di utilizzare la musica prima di ogni evento sportivo. Vi elenchiamo dunque, alcune delle canzoni che ascoltano i campioni prima della performance:
Michael Phelps, l’atleta che ha vinto più medaglie nella storia delle Olimpiadi moderne ha dichiarato che non si separa mai dalle sue cuffie. Egli infatti sfrutta il potere della musica per darsi la carica prima di ogni gara importante. In un’intervista a “NBC”, Phelps ha dichiarato che la musica lo aiuta a rilassarsi e a concentrarsi ed a entrare nel suo “piccolo mondo”. Il campione statunitense ha confidato che il suo artista preferito è Eminem e che l’EDM (electronic dance music) gli è utile a darsi la carica. Prima di vincere il titolo iridato nella staffetta alle ultime Olimpiadi, le tracce in scaletta sono state: ”Promises” dei Nero, “No Beef” di Afrojack e Steve Aoki e “Go Getta” di Young Jeezy feat R-Kelly.
Usain Bolt ha svelato le sue tre canzoni preferite prima di una gara: “One Love” di Bob Marley, “Real Friends” di Christopher Martin ft Assassin and D Major e “My Life” di I-Octane;
Federica Pellegrini ha dichiarato di non avere una playlist standard per ogni gara ma cambia genere musicale in base alla tensione della gara. Anche per la campionessa italiana la musica dance la stimola e la carica nei momenti precedenti la gara, mentre le colonne sonore di “fantasia” di Walt Disney la aiutano a concentrarsi maggiormente.
Per Rafael Nadal il suo cantante preferito è il connazionale Alejandro Sanz ma apprezza anche un gruppo pop iberico, gli La Oreja de Van Gogh che ascolta spesso prima delle gare;
Le prime tre canzoni della hit list di Carlotta Ferlito sono: “I don’t want miss a thing” degli Aerosmith, “One Thing” degli One Direction e “Like i love you” dei R.I.O;
Leonardo Bonucci ha dichiarato: “Ho una playlist che ascolto prima del riscaldamento, per ultima lascio “Faded” di Alan Walker: lì scatta il clic per la battaglia”.
L’ex juventino Alessandro Del Piero prima delle gare amava ascoltare il pop internazionale di Robbie Williams, Ricky Martin e degli Oasis, mentre l’ex giallorosso Francesco Totti preferiva la melodia italiana di Baglioni, Celentano o Venditti.
La musica può influenzare in diverse maniere sia l’allenamento che la competizione con effetti quantificabili e significativi, aumentando quantità e qualità dell’esercizio. E’ utile per caricarsi raccogliendo energia, concentrarsi per fissare i propri obiettivi e per rilassarsi al fine di evitare che la tensione prenda il sopravvento. La melodia dunque può attivare stati positivi come il vigore, la felicità, l’eccitamento e può ridurre sensazioni negative come ansia, tensione, tristezza, rabbia o fatica. Possiamo dunque affermare che la musica se utilizzata in maniera efficace può contribuire ad una migliore consapevolezza di sé, nella gestione delle proprie emozioni, ad una maggiore motivazione, e migliorare la preparazione mentale per ottimizzare la performance.
Il CISSPAT LAB utilizza Training di Preparazione Mentale attraverso la musica, esso allena lo stile attentivo sia come effetto stimolante che come effetto distraente; questo permette all’atleta di focalizzarsi il più possibile sull’obbiettivo e su ciò che si vuole potenziare. L’utilizzo dell’elettroencefalogramma come strumento di misurazione abbinato al biofeedback permette di oggettivare l’intervento. Per info training per atleti singoli o di team non esitate a contattarci
Articolo a cura del Dott. Nerboldi Enrico collaboratore CISSPAT LAB.