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Giustizia sportiva e sviluppo dei minori: un equilibrio essenziale

L’Autonomia della Giurisdizione Sportiva
L’autonomia della giurisdizione nel Diritto Sportivo rappresenta un concetto cruciale per garantire il corretto funzionamento delle competizioni, la tutela dei diritti degli atleti e il rispetto delle normative internazionali; la Giurisdizione Sportiva e il Diritto Costituzionale costituiscono tuttavia, due ambiti distinti e complementari nell’ordinamento giuridico di un Paese, entrambi regolati da norme e principi specifici, che si applicano a contesti profondamente diversi.
Il Diritto Sportivo[1] ha consolidato nel tempo il proprio sistema giuridico, caratterizzato da un’ampia autonomia rispetto alle giurisdizioni ordinarie; un’autonomia che rappresenta un aspetto cruciale nell’analisi delle norme e delle procedure che governano il settore sportivo, consentendo alle federazioni sportive e agli organismi di controllo, di disciplinare le proprie norme e risolvere le controversie tra atleti, club e altre entità sportive in modo rapido ed efficace. Un esempio emblematico è rappresentato dal Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS), che opera in maniera autonoma rispetto alla giustizia ordinaria e che risolve le controversie legate allo sport, garantendo un forum per gli appelli contro le decisioni delle federazioni.
L’ autonomia della Giurisdizione Sportiva si riflette nella capacità delle federazioni sportive e delle organizzazioni internazionali di regolamentare le proprie attività; si riferisce all’insieme delle norme, regole e pratiche adottate per risolvere le controversie che sorgono nel contesto sportivo, come la gestione di violazioni delle norme relative al doping, le frodi e le infrazioni comportamentali. A differenza della giustizia ordinaria, che opera secondo il diritto statale, la giustizia sportiva è autonoma ed è disciplinata da regolamenti specifici elaborati dalle federazioni sportive e dalle organizzazioni internazionali senza l’interferenza diretta delle autorità statali, nel rispetto dei principi fondamentali dello stato di diritto e dei diritti internazionali, inclusi quelli contenuti nella Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia. Ciò comporta che, le decisioni degli organi sportivi, possano essere oggetto di ricorso presso le giurisdizioni ordinarie, soprattutto quando si ritiene che siano stati violati diritti fondamentali o principi di giustizia naturale.
Ogni paese ha le proprie federazioni sportive, che stabiliscono regolamenti e procedure disciplinari e svolgono funzione di supervisione delle competizioni e della gestione delle violazioni. Ogni disciplina sportiva, è dunque generalmente regolata da una federazione nazionale o internazionale che ne stabilisce le regole del gioco e le normative relative alle competizioni; entità come la FIFA (Fédération Internationale de Football Association) nel calcio o, il CIO (Comitato Internazionale Olimpico) nelle Olimpiadi, hanno giurisdizione su eventi a livello mondiale e si occupano di questioni più ampie, come le regole di ammissione e le sanzioni.
Mentre la Giustizia Costituzionale si concentra sulla tutela dei diritti fondamentali e sulla conformità delle leggi con la Costituzione, la Giustizia Sportiva[2] si dedica a garantire l’integrità delle competizioni sportive e la conformità alle regole specifiche del settore. I legami tra Giustizia Sportiva e Giustizia Penale sono complessi e si articolano in:
- normative distinte: la giustizia sportiva si occupa di violazioni delle norme relative al settore sportivo, come il doping, le violazioni del fair play, o comportamenti antisportivi, ed è gestita da organismi come le federazioni sportive o il Tribunale Arbitrale dello Sport. La Giustizia Penale, d’altro canto, riguarda reati previsti dal codice penale, come furto, frode, aggressione e viene gestita dalle autorità giudiziarie
- rappresentazione di condotte: alcuni comportamenti possono essere sanzionati sia dalla Giustizia Sportiva che da quella Penale; ad esempio, un’aggressione durante una partita può portare a sanzioni disciplinari da parte della federazione e, contemporaneamente, a procedimenti penali se viene considerato un reato
- informazioni e collaborazione: le autorità sportive spesso collaborano con le autorità giudiziarie per indagini su reati connessi allo sport, come la corruzione o le scommesse illecite. In alcuni casi, le prove raccolte dalla Giustizia Penale possono essere utilizzate anche nei procedimenti sportivi
- sanzioni: le sanzioni inflitte dalla Giustizia Sportiva (come sospensioni, multe o esclusioni) possono essere separate o sovrapposte a quelle imposte dalla Giustizia Penale; un atleta condannato per doping ad esempio, potrebbe affrontare sanzioni penali e, parallelamente, essere sanzionato dalla federazione sportiva
- principio di legalità: in alcuni ordinamenti, le sanzioni sportive devono seguire il principio di legalità, il che significa che un comportamento deve essere espressamente vietato dalle normative sportive per poter essere sanzionato
- diritti dell’imputato: gli atleti e i dirigenti sportivi, quando vengono sottoposti a procedimenti di giustizia sportiva, hanno diritti di difesa, analogamente a quelli previsti dalla giustizia penale, sebbene le procedure e le garanzie possano variare
- doping e sanità: nei casi di doping, esiste una particolare intersezione tra Giustizia Sportiva e Giustizia Penale poiché, alcuni comportamenti legati al doping, possono configurarsi come reati penali, specialmente in giurisdizioni con leggi severe contro la distribuzione di sostanze controllate.
La Giustizia Sportiva e quella Penale operano in ambiti distinti ma si intersecano in vari punti, soprattutto quando le condotte illecite hanno rilevanza sia per il mondo sportivo sia per quello giuridico più ampio.
La Tutela dei Minori nello Sport: la legge sul “Safeguarding”
La Carta dei Diritti del Bambino nello Sport è un documento elaborato dall’Unesco (Ginevra 1992), successivamente ripreso dalla Panathlon International, che promuove il benessere e la protezione dei bambini coinvolti nelle attività sportive. La carta stabilisce che ogni bambino ha il diritto di praticare sport in un ambiente sicuro e sano, libero da abusi e da discriminazioni; sottolinea inoltre l’importanza del divertimento, dello sviluppo personale e della partecipazione attiva. I bambini devono poter esprimere le proprie opinioni ed essere ascoltati, indipendentemente dalle loro capacità o background, ed a ciascuno di loro va garantito l’accesso allo sport.
Quando parliamo di “Tutela dei minori” ci riferiamo da un lato a tutte le azioni preventive e necessarie per ridurre al minimo le possibilità di danni o abusi, dall’altro a tutte le azioni di risposta/reazione per garantire che, eventuali problematiche e segnalazioni anche nel mondo dello sport, vengano gestite in modo appropriato. Ogni anno, migliaia di giovani atleti entrano nel mondo dello sport con sogni e aspirazioni e, la loro vulnerabilità, richiede delle norme che regolino la Giustizia Sportiva[3] tenendo conto dell’ età dei giovani atleti, della situazione e del contesto nel quale operano; la legge sul “Safeguarding”[4] delle società sportive in Italia, è il risultato di una crescente attenzione verso la protezione dei minori e la creazione di ambienti sportivi sicuri.
Il termine “Safeguarding”[5] si riferisce ad una serie di pratiche e politiche, volte a proteggere le persone più vulnerabili -in particolare bambini e adulti a rischio- da potenziali condizioni di abuso, sfruttamento e maltrattamenti. Le organizzazioni, siano esse scuole, ONG o istituzioni pubbliche, devono garantire che i loro ambienti siano “sicuri” per i minori e, la figura del Safeguarding ha come scopo quello non solo quello di proteggere gli individui, ma anche di creare una cultura di rispetto e responsabilità, promuovendo il benessere collettivo; la certezza di essere protetti[6] aumenta infatti la fiducia e permette un migliore sviluppo personale e comunitario.
L’Athlete Culture & Climate Survey,[7] è la prima indagine quali- quantitativa che è stata realizzata sugli abusi e la violenza nello sport in Italia, ed i cui dati ci dicono che quattro bambini su dieci che praticano sport, sono vittime di violenza (psicologica, fisica, negligenza e sessuale) nel contesto sportivo. La violenza psicologica sembra essere quella sperimentata più frequentemente e, i livelli più elevati, ricadono nella fascia di età che va dai 18 ai 24 anni. Dato sconcertante è che il 56% dei partecipanti che subisce violenze e/o abusi non cerca aiuto; gli autori di violenza e /o abusi per oltre il 62% dei casi, sono compagni di squadra/pari mentre, nel 30% dei casi circa, gli autori di violenza e/o abusi sono gli allenatori.
Il Decreto Legislativo del 28 febbraio 2021 n. 39[8], noto come “Safeguarding”, si propone di semplificare le procedure burocratiche e di migliorare l’efficienza gestionale degli organismi sportivi introducendo diverse misure di semplificazione, tra cui il contrasto alla violenza di genere; un’introduzione di norme specifiche finalizzate a prevenire e contrastare la violenza di genere all’interno degli ambienti sportivi. In relazione alla prevenzione e alla gestione dei rischi, costituiscono comportamenti rilevanti: l’abuso psicologico; l’abuso fisico; le molestie; l’abuso sessuale; la violenza di genere; il bullismo (o cyberbullismo, se condotto online); il nonnismo (c.d. “hazing”); l’abuso di matrice religiosa; l’abuso dei mezzi di correzione; la negligenza (c.d. “negligence”); l’incuria (c.d. “neglect”) e i comportamenti discriminatori. Suddette condotte possono concretarsi in qualsiasi forma e modalità dunque, personalmente, attraverso il ricorso a strumenti informatici, sul web, con messaggi, e-mail, social network e blog.
Il Safeguarding Office si occuperà di verificare le situazioni di pericolo o abusi, porre in essere le azioni di prevenzioni e/o contrasto, ricevere le segnalazioni relative ai fatti che comportano condotte moleste o abusanti; avrà il compito di formulare raccomandazioni (anche provvisorie) verso tesserati ed affiliati, di adottare tutte le misure per diffondere la conoscenza ed il rispetto delle safeguardingrules. Il responsabile Safeguarding non essendo un organo di giustizia, dovrà intervenire per le proprie funzioni ma, acquisiti documenti ed informazioni utili, dovrà avvisare e trasmetterli all’Ufficio del Procuratore Federale.
Il Safeguarding rappresenta un investimento fondamentale per il futuro dello sport, poiché crea le basi per un ambiente sicuro, inclusivo e rispettoso, dove gli atleti possano crescere e svilupparsi senza timori. Sebbene non sia possibile eliminare completamente i rischi, l’adozione di un sistema di tutela efficace, di personale qualificato e di politiche aggiornate consente di limitare significativamente le situazioni di pericolo. Il safeguarder, con il supporto dell’intera organizzazione sportiva, svolge un ruolo di grande responsabilità, contribuendo a costruire una cultura della protezione e non soltanto un obbligo giuridico.
Il decreto legislativo del 28 febbraio 2021 n.39 introduce degli obblighi per le Federazioni Sportive Nazionali e altri enti affiliati che avrebbero dovuto, entro il 31 agosto 2023 redigere con il parere del C.O.N.I., le linee Guida per Modelli organizzativi e di controllo e Codici di condotta per la tutela dei minori, la prevenzione delle molestie e la violenza di genere, e altre forme di discriminazione. Dovrebbero creare altresi’ regolamenti con sanzioni disciplinari per i tesserati che violano il Codice delle pari opportunità o che siano stati condannati per reati contro la persona, l’uguaglianza e la libertà personale; la mancata adozione dei suddetti obblighi, potrebbe comportare sanzioni disciplinari e la perdita dello status di affiliato. Secondo l’art. 16 del d.lgs. 39/2021[9], gli Enti di affiliazione devono rivedere le proprie Linee Guida ogni quattro anni, adattandole alle caratteristiche degli affiliati e delle persone tesserate.
Le società sportive sono quindi tenute a formare gli allenatori e il personale che devono ricevere formazione su come riconoscere e prevenire situazioni di abuso o sfruttamento nei confronti dei minori, ma anche coinvolgere, all’interno di questo processo, le famiglie dei ragazzi informate delle politiche di protezione e incoraggiate a segnalare eventuali preoccupazioni.
Perché sia garantito un equilibrio essenziale tra Giustizia Sportiva e Sviluppo dei Minori, è fondamentale promuovere una stretta collaborazione tra le istituzioni sportive, le autorità governative e le organizzazioni non governative; solo attraverso un dialogo costante tra le parti e la condivisione delle migliori pratiche[10], è possibile sviluppare politiche efficaci e sostenibili che abbiano presente il benessere a lungo termine del minorenne, con un impatto significativo sulla formazione della sua identità e dei suoi valori.
A cura della Dott.ssa Francesca Praticò
Dott. Alessandro Bargnani | CEO CISSPAT LaB
BIBLIOGRAFIA
[1] M. Sanino, Giustizia sportiva, CEDAM 2022.
[2] L. Cantamessa, G. M. Riccio, G. Sciancalepore, Lineamenti di diritto sportivo, Giappichelli 2024.
[3] https://thorsoft.it/blog/safeguarding-normativa/che-cosa-e-il-safegiarding-la-riforma-dello-sport/
[4] F. Di Muzio, G. Gioachin, A. Ottone, Il ruolo del safeguarding ed il modello di gestione e controllo per prevenire abusi e violenze. Una guida per tutti gli enti sportivi partendo dalla prassi internazionale e dal caso calcio, Maggioli Editore 2024.
[5] https://www.asinazionale.it/notizie/safeguarder-e-le-sue-funzioni/
[6] F. Nascimbene, Psicologia dello sport. Nuove frontiere relazionali con l’atleta della generazione Z, Nuova ediz., Vita e Pensiero 2024.
[7]https://www.sport.governo.it/it/comunicazione-ed-eventi/studi-ricerche-ed-analisi/indagine-athlete-culture-climate-survey-indagine-quali-quantitativa-su-abusi-e-violenza-nello-sport/
[8] Decreto legislativo 28 febbraio 2021 n. 36 recante riordino e riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché di lavoro sportivo e pubblicato nella G.U. in data 18 marzo 2021, n. 67.
[9] https://www.riskcompliance.it/news/responsabile-safeguarding-requisiti-tempistiche-e-modalita-di-nomina/
[10] https://www.giuridicamente.com/l/safeguarding-officer-adempimenti-e-modelli-di-prevenzione/