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Arbitri e Var: tra tecnologia, decisioni e bias cognitivi
- 5 marzo 2025
- Posted by: carlotta.ferrari01
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Arbitri e Var: tra tecnologia, decisioni e bias cognitivi
Introduzione
Il Video Assistant Referee (VAR) ha rappresentato una svolta significativa nella storia del calcio moderno, introducendo un supporto tecnologico per migliorare l’equità delle partite e ridurre gli errori arbitrali. Il suo debutto ufficiale avvenne il 14 agosto 2016 in America, durante il match tra New York Red Bulls II e Orlando City B. In Italia, il VAR venne utilizzato per la prima volta in Serie A il 19 agosto 2017, assegnando un rigore al Cagliari contro la Juventus.
Sebbene il VAR sia stato introdotto per garantire decisioni più corrette, non mancano episodi di incongruenza tra gli arbitri ed il supporto tecnologico, spesso dovuti ad un regolamento ancora da perfezionare, ma anche a causa dei limiti del giudizio umano. La convivenza, dunque, non si è rivelata sempre armoniosa.
Procedure e Protocollo VAR
Per avere un quadro chiaro, introduciamo i momenti specifici in cui il VAR può intervenire:
– Goal/no goal: per verificare eventuali infrazioni nell’azione che ha portato alla rete.
– Penalty/no penalty: per valutare decisioni relative ai calci di rigore.
– Espulsione diretta (cartellino rosso): per falli gravi non visti dall’arbitro.
– Errore di identità: quando un giocatore viene erroneamente sanzionato al posto di un altro.
Il VAR può segnalare all’arbitro la necessità di una revisione, ma solo quest’ultimo ha il potere di avviare tale processo. La decisione finale resta sempre nelle mani dell’arbitro, che può usufruire delle informazioni ricevute dal VAR (senza andare al monitor a bordo campo) o effettuare una “on-field review” (OFR) visionando le immagini e giungendo ad una decisione. L’implementazione del VAR ha portato a un incremento significativo nell’accuratezza delle decisioni arbitrali. I risultati di uno studio di Jochim Spitz, basati su 2195 partite delle annate 2016/2017 e 2017/2018 di 13 paesi diversi, dimostrano che l’accuratezza è aumentata dal 92.1% al 98.3% dopo l’intervento del VAR. Inoltre, in 718 situazioni decisionali inizialmente errate, 585 sono state soggette alla rivalutazione (81,5%) e 577 di queste sono state corrette. Tuttavia, in 8376 episodi con decisioni iniziali giuste,111 sono state soggette alla revisione e la decisione è stata modificata, trasformando 11 di queste in decisioni sbagliate. Questi dati evidenziano l’efficacia del VAR nel correggere errori arbitrali, pur con un piccolo margine di possibili inesattezze.
Bias cognitivi nella presa di decisione
Dunque, nonostante l’ausilio tecnologico, la decisione arbitrale può essere influenzata da diversi bias cognitivi, tra cui:
– Big team bias: una tendenza inconscia a favorire le squadre più blasonate.
– Home team bias: un’inclinazione a prendere decisioni, forse influenzata dalla pressione del pubblico, favorevoli per la squadra di casa.
– Big star player bias: una propensione a tutelare i giocatori più celebri rispetto agli altri.
– Player’s size bias: i giocatori più grandi fisicamente vengono valutati come più aggressivi e di conseguenza, subiscono più falli fischiati.
Questi bias, seppur inconsci, possono incidere sulle decisioni arbitrali, creando polemiche e situazioni di dubbia interpretazione nonostante il supporto del VAR. L’arbitro, per poter prendere decisioni in tempi brevi e sotto pressione, deve essere preparato fisicamente ma soprattutto mentalmente. La formazione non si limita alla conoscenza delle regole, ma include allenamenti specifici che simulano situazioni di alta intensità. Dev’essere in grado di mantenere la lucidità, affinare la propria capacità di lettura del gioco e reagire in modo rapido e deciso, anche quando il contesto è incerto o ambiguo. Inoltre, deve essere capace di gestire lo stress e la pressione, sviluppando una buona e adeguata gestione emotiva, fondamentale per evitare che fattori esterni, come le reazioni del pubblico o i comportamenti dei giocatori, influenzino il suo giudizio.
Conclusione
L’introduzione del VAR (Video Assistant Referee) ha certamente rappresentato un passo significativo nel miglioramento dell’affidabilità delle decisioni arbitrali nel calcio. Questa innovazione tecnologica ha reso possibile un controllo più accurato di alcune situazioni di gioco, contribuendo a ridurre il numero di errori. Tuttavia, nonostante i suoi numerosi vantaggi, il VAR non è riuscito ad eliminare del tutto gli errori né a mettere fine alle polemiche che circondano il gioco.La convivenza tra ufficiali di gara e VAR è delicata e complessa, spesso influenzata da regolamenti che possono risultare condizionati dalla soggettività dell’arbitro, il quale deve prendere decisioni in tempo reale e in condizioni di altissima pressione. Questa situazione crea un terreno fertile per discussioni e dibattiti, poiché le diverse interpretazioni delle regole e l’uso del VAR possono portare a risultati controversi, suscitando reazioni intense soprattutto da parte dei tifosi che dei media.
Guardando al futuro, il successo e l’efficacia del VAR dipenderanno in gran parte da un costante perfezionamento delle regole, oltre che aumentare la consapevolezza degli ufficiali di gara riguardo i possibili bias cui possono essere soggetti.
A cura del Dott. Giovanni Pauletta
Dott. Alessandro Bargnani | CEO CISSPAT Lab
Bibliografia
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