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DAL FLOW STATE AL RUNNER’S HIGH: LO “SBALLO” DEL CORRIDORE
- 2 dicembre 2024
- Posted by: carlotta.ferrari01
- Categoria: Articoli
DAL FLOW STATE AL RUNNER’S HIGH: LO “SBALLO” DEL CORRIDORE
Stai correndo, i passi si sincronizzano perfettamente con il ritmo del respiro, il mondo intorno a te si dissolve, una sensazione di leggerezza e potenza si impadronisce di te. Non senti la fatica, non percepisci il dolore, perdi la percezione del tempo, sei completamente immerso nell’attività che stai svolgendo.
Che cosa sta succedendo al tuo corpo e alla tua mente?
Nel seguente articolo analizzeremo gli stati di “flow” e “runner’s high”, fenomeni psicofisici dagli effetti straordinari, in grado di trasformare l’ordinario atto della corsa in un’esperienza “magica”.
LO STATO DI “FLOW”
Lo stato di flusso nel running è uno stato emotivo positivo studiato negli anni ‘70 dallo psicologo ungherese Mihály Csíkszentmihályi.
Si tratta di un’esperienza di intensa concentrazione nella quale ci sentiamo profondamente a nostro agio, totalmente immersi in ciò che stiamo vivendo, in una sorta di lieve stato alterato di coscienza. Quando siamo immersi nel flow possiamo rendere al massimo, poiché tutte le nostre risorse sono rivolte a quanto stiamo facendo: la mente e il corpo risultano quanto mai fusi, alleati nello svolgimento dell’attività, tralasciando tutto ciò che al momento non può essere d’aiuto.
La mente è totalmente concentrata sul presente, libera da pensieri estranei; ignora dolore, fatica e distrazioni, persino il tempo può essere percepito rallentare o accelerare.
Il corridore sente che ogni passo, respiro o movimento è sotto controllo, la corsa stessa diventa la ricompensa, indipendentemente dal risultato o dalla prestazione.
Come si entra nello stato di flow durante la corsa?
Un buon equilibrio tra difficoltà e fattibilità della corsa è fondamentale per entrare nello stato di flow: l’attività deve rappresentare una sfida gestibile, ma non banale; è necessario sia sufficientemente impegnativa da richiedere concentrazione e sforzo al nostro corpo, rientrando comunque nello spettro delle nostre capacità.
Si è osservato che avere un obiettivo concreto, come completare un certo chilometraggio o mantenere un ritmo costante, aiuta a focalizzarsi. Da evitare inoltre ambienti troppo rumorosi, possono disturbare la concentrazione e spezzare lo stato di flow, si consiglia un ambiente tranquillo e che ci isoli da interruzioni impreviste. Ripetere movimenti regolari, come il ritmo dei passi o del respiro, aiuta entrare nello stato meditativo: alcuni corridori si concentrano su mantra o visualizzano il movimento fluido delle gambe.
RUNNER’S HIGH
L’espressione anglofona “runner’s high” indica la sensazione euforica di “sballo”, sperimentata durante o post esercizio.
Uno sforzo fisico intenso e prolungato, specie se caratterizzato dalla ritmicità del gesto (come nella corsa o nel ciclismo), può provocare un’alterazione temporanea della coscienza dell’atleta, che sperimenta sensazioni di benessere psichico e fisico, leggerezza ed euforia. Uno “sballo” assolutamente sano, che crea dipendenza.
Ma cosa succede nel cervello dell’atleta durante il runner’s high?
Durante l’esercizio fisico alcune funzioni cognitive legate all’area della corteccia pre-frontale si disattivano, quest’area è responsabile principalmente delle capacità di attenzione, inibizione, memoria: il corpo seleziona solo le informazioni utili al momento, i livelli di vigilanza e consapevolezza si riducono, distogliendo l’attenzione dalle avversità quotidiane e attenuando la tendenza ad analizzare ogni evento come personalmente rilevante.
Per decenni si è ritenuto che fossero principalmente le endorfine prodotte durante l’attività fisica a indurre lo stato di “sballo” nel corridori; ma negli ultimi vent’anni, diversi studi hanno dimostrato che alla base della sensazione di rilassamento e benessere ci sarebbero gli endocannabinoidi, molecole appartenenti alla classe dei neuromodulatori che riescono raggiungere il cervello più facilmente delle endorfine e, oltre all’euforia mentale, producono un effetto anestetico che contrasta il dolore.
Non tutte le corritrici e i corridori provano il runner’s high. Il rilascio di sostanze da parte del nostro corpo varia da persona a persona. Pertanto, non esiste una formula vincente per raggiungere questo stato. Chi lo sperimenta, tende a notarlo dopo circa 30-40 minuti di corsa continua, quando si raggiunge un ritmo costante, senza picchi o interruzioni.
Anche se simili, lo state flow e il runner’s high hanno origini e manifestazioni diverse:
- Origine: il flow è uno stato mentale che deriva dalla connessione tra sfida e concentrazione, mentre il runner’s high è legato a processi biochimici (rilascio di endorfine ed endocannabinoidi),
- Durata e contesto: lo state flow può essere mantenuto a lungo finché si resta concentrati; il runner’s high è più breve e spesso casuale.
BIBLIOGRAFIA
A.Bianchi. Lo stato di Flow nel running e nell’endurance. In “4actionMedia”.
Stoll, O. (2019). Peak performance, the runner’s high, and flow. In M. H. Anshel, S. J. Petruzzello, & E. E. Labbé (Eds.), APA handbooks in psychology series. APA handbook of sport and exercise psychology, Vol. 2. Exercise psychology (p. 447–465). American Psychological Association.
Csikszentmihalyi, M., Flow: The Psychology of Optimal Experience (Harper Perennial, 1990)
G.Vargiu. Mihaly Csikszentmihalyi e gli stati di flusso. In “Sinapsicoaching”
M.Lombardi “Dopo un’attività fisica ci sentiamo bene grazie agli endocannabinoidi: cos’è la fattanza del corridore continua”. In “Geopop”.
A cura della Dott.ssa Carlotta Ferrari
Dott. Alessandro Bargnani | CEO CISSPAT Lab