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ESERCIZIO FISICO, SPORT E INVECCHIAMENTO
L’invecchiamento è un processo involontario e cumulativo che porta ad una modificazione cellulare dovuta all’interazione dell’uomo col suo ambiente. Possiamo avere diversi tipi di età, in particolare, l’età biologica, quella psicologica e quella funzionale:
- L’età biologica si riferisce all’età scaturita dal processo involontario di modificazione cellulare che avviene nel corpo dovuto alle influenze ambientali e naturali a cui l’individuo è sottoposto.
- L’età psicologica si riferisce all’età percepita dal soggetto che non necessariamente corrisponde all’età cronologica.
- L’età funzionale si riferisce alle capacità e all’autonomia tale da permettergli di continuare certe attività; ciò rispetto a quanto ci si aspetti dall’età della persona stessa.
Con la vecchiaia si incorre in uno stato di lento declino cognitivo e fisico; quest’ultimo può essere rallentato dall’attività fisica, infatti, è fondamentale che l’anziano prenda consapevolezza circa gli effetti positivi che il movimento muscolare può apportare al benessere psicofisico.
La catena di effetti dello sport sull’invecchiamento
Lo sport e il movimento agiscono su molti aspetti fisiologici, psicologici e fisici. Alcuni studi hanno visto come la pratica di attività fisica negli anziani prevenga l’esordio e attenui i sintomi di malattie come il Morbo di Parkinson e il morbo di Alzheimer. A livello cerebrale contrasta gli effetti negativi della demenza promuovendo un invecchiamento sano e favorendo un maggior numero di connessioni neurali, dovuto all’aumento di sostanze positive, come la Dopamina, rilasciate durante l’esercizio fisico. L’attività fisica inoltre previene le fratture di anca e femore, proteggendo da osteopenia e osteoporosi. Ciò sarebbe dovuto ad una maggiore densità ossea e un maggior numero di capillari e di enzimi nel muscolo.
Impegnarsi in un’attività fisica regolare e partecipare a sport adatti all’età biologica apporta numerosi vantaggi significativi:
- ridotto rischio di mortalità;
- ridotto rischio di malattie croniche (cancro, diabete, malattie dell’apparato respiratorio);
- rafforza il sistema cardiovascolare e muscolo-scheletrico;
- migliora l’equilibrio e la coordinazione motoria.
Questi benefici fisici sono strettamente interconnessi con vantaggi psicologici, poiché l’attività fisica costante è nota per ridurre lo stress, migliorare l’umore, stimolare le funzioni cognitive. Inoltre, la partecipazione ad attività sociali legate allo sport promuove la coesione sociale e l’inclusione, contrastando il rischio di isolamento. Infatti, partecipare ad attività sportive può essere un modo incredibilmente efficace per contrastare i sentimenti di solitudine e isolamento che possono sorgere con l’avanzare degli anni.
Lo sport può anche essere un ottimo modo per sfidarsi e superare i propri limiti, il che porta ad un aumento dell’autostima e della fiducia. Una straordinaria dimostrazione di tenacia e determinazione risale al 25 gennaio 2024 grazie a una donna di 99 anni, Betty Brussel, che ha catturato l’attenzione mondiale, sfidando i limiti imposti dall’età, lanciandosi in un’impresa epica: nuotare per oltre un chilometro nelle acque aperte e stabilendo il record in stile libero, in dorso e in rana, tutti nella stessa gara.
Che tipo di attività fisica scegliere?
Gli anziani possono beneficiare particolarmente di attività fisiche mirate, focalizzandosi su miglioramenti nella flessibilità, autonomia nella deambulazione, fluidità dei movimenti, stabilità posturale e attività respiratoria e metabolica. Discipline consigliate a questo scopo includono il pilates, il tai chi, la camminata e la ginnastica dolce. Queste attività, di natura anaerobica, hanno dimostrato di essere efficaci nel prevenire o rallentare il progresso di condizioni degenerative tipiche dell’invecchiamento.
L’OMS raccomanda di praticare durante la settimana 150-300 minuti di attività fisica aerobica moderata oppure 75-150 minuti di attività fisica intensa e che almeno due volte a settimana si lavori sull’equilibrio, sulla motricità, sul rafforzamento muscolo-scheletrico. Le indicazioni per adulti e anziani rimangono valide anche nel caso di malattie croniche e disabilità, salvo specifiche controindicazioni segnalate dal medico.
Che ruolo hanno gli psicologi?
Nell’ambito della terza età, la psicologia può fornire un sostegno emotivo, consulenza e strategie pratiche per migliorare l’autostima, la motivazione e la gestione dello stress negli anziani che praticano sport. Lo psicologo che lavora con l’anziano può concentrarsi anche sull’ottimizzazione dell’esperienza sportiva, promuovendo l’idea che lo sport sia un’attività gratificante e significativa. Ciò può includere la promozione di uno spirito di comunità e di inclusione sociale, il rafforzamento della resilienza emotiva e il supporto per il raggiungimento degli obiettivi personali legati all’attività fisica.
In sintesi, la psicologia dello sport nella terza età è essenziale per garantire che gli anziani possano godere pienamente dei benefici dello sport e dell’attività fisica, migliorando così non solo la loro salute fisica, ma anche il loro benessere mentale ed emotivo.
A cura della dott.ssa Flavia Paoletti
Dott. Alessandro Bargnani | CEO CISSPAT Lab
Bibliografia:
- WHO guidelines on physical activity and sedentary behaviour. https://www.who.int/publications-detail-redirect/9789240015128
- Sport, Physical Activity, and Aging: Are We on the Right Track? | SpringerLink. https://link.springer.com/chapter/10.1057/978-1-137-48562-5_17
- De Beni, R., & Borella, E. (2015). Psicologia dell’invecchiamento e della longevità.(2a ed.). Il Mulino.
- https://www.greenme.it/salute-e-alimentazione/sport-e-fitness/a-99-anni-battuto-tre-record-mondiali-nuoto/