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IL RAPPORTO TRA ATLETA E PSICOLOGO DELLO SPORT
Gli psicologi dello sport devono avere un’ampia formazione che deve essere fondata anche dall’esperienza sul campo; l’allenamento mentale comporta diverse difficoltà vissute sia da chi lo dirige che da chi lo riceve, perciò sia dagli psicologi che dagli atleti. Molto spesso, a causa della poca preparazione sul tema, agli psicologi dello sport non viene data l’opportunità di dimostrare l’efficacia dell’allenamento mentale; le poche volte in cui viene richiesto è per risolvere specifici problemi, e ciò costringe gli psicologi ad adattare la formazione mentale alle condizioni in cui si trovano a lavorare (Dosil, 2006). Un requisito fondamentale per la relazione è che l’atleta si trovi a suo agio con lo psicologo, ed è per questo che Anderson, Miles, Robinson e Mahoney (2004), attraverso numerose interviste, hanno delineato il profilo ideale di psicologo dello sport per gli atleti di alto livello. Ciò che è principalmente richiesto sono: esperienza e conoscenza della psicologia sportiva applicata allo sport praticato dall’atleta. Come caratteristiche individuali sono risultate importanti: «atteggiamenti amichevoli; integrazione con gli altri componenti della società o della squadra; gentilezza; tranquillità; estroversione; buone abilità di ascolto e apertura ai suggerimenti; capacità di accettare gli sfoghi; buone capacità comunicative; capacità di rapporti individualizzati; atteggiamento impegnato ed entusiasta; atteggiamento neutrale; affidabilità e serietà» (Bortoli, Vitali & Robazza, 2013, 6). Le modalità d’intervento ritenute più efficaci sono l’imagery, le tecniche di rilassamento, valutazione post-gara e costruzione di squadra dove è richiesta, colloqui con atleti, tecniche per favorire il problem solving e programmazione temporale degli interventi (Ibidem).
Secondo Murphy (2005) lo psicologo dello sport, per rispondere adeguatamente alle aspettative degli atleti e del mondo sportivo in generale, dovrebbe avere esperienza sul campo, immedesimarsi nella logica di chi vive in quel determinato contesto sportivo, così da poter lavorare al meglio sulle abilità mentali legate alla prestazione ed evitare tipologie d’intervento non richieste. Per essere in grado di fare ciò deve immergersi nel contesto sportivo con la volontà di comprenderlo a fondo, deve avere delle buone abilità comunicative per essere pronto a rispondere alcune volte all’allenatore, altre all’atleta/squadra e altre ancora alla società. Deve perciò individuare strategie efficaci per comunicare con tutte le figure presenti all’interno del contesto sportivo in cui si trova, rispettando la privacy, ma nello stesso tempo fornendo indicazioni utili (McCann, 2005).
Tuttavia, ogni circostanza è unica, dunque è lo psicologo che deve adattarsi al contesto e alle persone con cui sta lavorando. Gli obiettivi che gli psicologi professionisti dello sport si prefissano variano a seconda delle situazioni e delle possibilità.
L’allenamento mentale può essere svolto sia in ambiente clinico che sul campo, negli ultimi anni sta prendendo piede una nuova forma di allenamento mentale per gli atleti, ovvero la “terapia on-line”. Il contesto più adatto va scelto a seconda del servizio richiesto (Dosil, 2006).
Le caratteristiche generali di questi tre tipi di formazione psicologica sono le seguenti (Dosil, 2004): L’intervento clinico prevede lo svolgimento di una prestazione di consulenza svolta in studio. L’obiettivo principale non è quello di migliorare la prestazione bensì quello di risolvere i problemi dell’atleta come per esempio la mancanza di motivazione all’allenamento.
L’intervento sul campo prevede l’ingresso nell’ambiente sportivo per poter fare valutazioni di allenatori e atleti. L’obiettivo principale è integrare gli psicologi con il resto dello staff e trovare la giusta collocazione, a volte possono sorgere problemi quando gli psicologi dello sport non hanno un luogo adatto per incontrarsi con gli atleti come ad esempio un ufficio, perché si perderebbe uno dei requisiti fondamentali visti in precedenza, ovvero la privacy.
L’intervento on-line è un metodo d’intervento limitato nella maggior parte delle richieste degli atleti a cui lo psicologo deve rispondere. In alcune occasioni è necessario che gli psicologi vedano gli atleti, o qualsiasi altro membro del contesto sportivo, di persona. Tuttavia ha anche dei risvolti postivi, per esempio per guidare gli allenatori o dare semplici linee guida agli atleti, è uno strumento estremamente efficace, inoltre garantisce riservatezza e velocità di risposta (Dosil, 2006).
Il successo di queste tre tipologie di intervento risiede nella capacità degli psicologi dello sport di adattare il metodo più adatto alle esigenze delle squadre o degli atleti. Poiché nello sport si ritrovano una grande varietà di situazioni differenti, l’ideale è che tutti e tre gli approcci vengano impiegati e alternati al fine di raggiungere il massimo risultato (Ibidem).
Per concludere, a prescindere dall’obiettivo dell’atleta e dalla modalità d’intervento il rapporto tra atleta e psicologo dello sport deve essere un rapporto di fiducia; non sempre nel contesto sportivo ci si sente completamente compresi, perciò lo psicologo dello sport deve fare in modo che l’atleta si senta libero di esprimersi e non giudicato, cosciente delle proprie risorse e del fatto che chi è di fronte a lui è lì per aiutarlo.
A cura del Dott. Giorgio Sirianni
Dott. Alessandro Bargnani | CEO Cisspat Lab
BIBLIOGRAFIA
ANDERSON, A., MILES, A., ROBINSON, P., MAHONEY, C. (2004). Evaluating the athlete’s perception of the sport psychologist’s effectiveness: What should we
be assessing?. Psychology of Sport and Exercise, 5, 255-277.
BORTOLI, VITALI, ROBAZZA, (2013). Lo psicologo dello sport: considerazioni sulla professionalità. Giornale Italiano di psicologia dello sport. 18, 3-7.
DOSIL, J. (2004). Psicologìa de la actividad fisica y del deporte. Madrid: McGraw-Hill.
DOSIL, J. (2006). The sport psychologist’s handbook: a guide for sport-specific performance enhancement. Chichester: John Wiley & Sons.
MURPHY, S. (2005) The Sport Psychology Handbook. Champaign: Uman Kinetics.
MCCANN, S.C. (2005). Roles: the sport psychologist. In MURPHY, S. (Eds.). The Sport Psychology Handbook.Champaign: Uman Kinetics.