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IL MENTAL TRAINING DEL RUGBY
- 26 dicembre 2022
- Posted by: annaventurini97@gmail.com
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“Il rugby è fatto da quattordici uomini che lavorano insieme per dare al quindicesimo mezzo metro di vantaggio”
Charlie Saxton
Nello sport professionistico, le pressioni sono molte e molto spesso ricadono sugli atleti. Il mental training è lo strumento che serve ad evitare che tali pressioni non influiscano negativamente sulla prestazione del singolo.
Per spiegare al meglio il concetto di mental training prenderemo come esempio il rugby in quanto sport di squadra per eccellenza per via della vicinanza fisica e mentale che i compagni hanno tra loro (Pintonello e Vitali, 2015).
Generalmente giocatori e allenatori di rugby si concentrano sull’aspetto di “potenza” delle prestazioni, affiancando alle abilità tecniche come il passaggio e il calcio, duri allenamenti volti a migliorare la forma fisica, la velocità e la forza del rugbista. È importante però non trascurare l’aspetto di “forza di volontà” delle prestazioni; cioè le loro abilità psichiche e di resistenza mentale (Dosil, 2006).
Nel rugby, così come negli altri sport, una performance ottimale non si raggiunge solamente allenando i processi mentali o solamente gli aspetti tecnico-fisici bensì la si raggiunge integrando i due tipi di allenamento; esercitare solo la concentrazione, e quindi “la forza di volontà”, non trasforma un giocatore normale in un giocatore straordinario perché egli deve avere anche la “potenza” necessaria per giocare nella posizione assegnata.
Prendiamo l’esempio di un pilone (ruolo di mischia del rugby), se egli si dedicasse esclusivamente ad allenamenti mentali non avrebbe abbastanza forza per reggere la mischia; allo stesso modo un pilone che allena solo la “potenza” è probabile che non riesca a mantenere la concentrazione necessaria per poter usare e gestire al meglio la sua forza durante una partita o lungo tutta la stagione; mentre un pilone che allena la propria “potenza” unitamente alle abilità mentali, svilupperà oltre che le doti relative alla fisicità, anche le capacità di gestire le risorse mentali a sua disposizione permettendogli di giocare costantemente al meglio delle proprie possibilità (Ivi).
Hodge e McKenzie (1999) hanno individuato otto abilità psicologiche necessarie all’atleta per sviluppare una buona forza mentale: impegno, fiducia, controllo dell’attivazione, gestione della pressione, concentrazione, coesione della squadra, leadership e comunicazione. L’allenamento di queste otto caratteristiche permette sia al singolo che alla squadra di ottenere lo “stato di prestazione ideale” (Dosil, 2006).
Come coincidono nel rugby le abilità mentali con quelle fisiche? Esemplifichiamo 6 situazioni in cui vi è bisogno, al pari del dispendio fisico, delle abilità psicologiche:
- Possesso: per ottenere e mantenere il possesso della palla durante il gioco, i giocatori hanno bisogno di sviluppare diverse abilità psicologiche. L’impegno e la concentrazione sono due di queste e permettono al giocatore di eseguire in maniera adeguata i gesti tecnici. Legata al possesso vi è anche la capacità di prendere decisioni tattiche su come ottenere il possesso (ad esempio se è meglio una Ruck o una Maul) e su come mantenerlo (ad esempio correre, passare o calciare).
- Posizione: nel rugby è molto importante che il giocatore capisca, dalla posizione in cui si trova nel campo e dalla situazione, la posizione del corpo più congeniale. Egli deve quindi avere la lucidità di capire come meglio posizionarsi al fine di ottenere un vantaggio tattico sull’avversario (ad esempio orientare il corpo verso sinistra o verso destra).
- Ritmo: il ritmo in questo sport è molto elevato pertanto, avere abilità psicologiche ben strutturate è importante per mantenere la concentrazione, far fronte alla pressione e prendere decisioni intelligenti.
- Idoneità fisica: oltre ad avere un ritmo elevato, il rugby, è uno sport di contatto in cui più si avanza di livello più gli scontri sono energici. L’atleta è chiamato ad avere un’ottima fisicità, velocità e forza; queste caratteristiche fisiche si ottengono mantenendo un’alta motivazione e un alto livello di impegno durante le sessioni di allenamento.
- Abilità fisiche: negli ultimi anni le tecniche di gioco in tale sport si sono notevolmente sviluppate, per cui ogni giocatore deve avere caratteristiche fisiche differenti a seconda del ruolo inoltre, ogni giocatore deve avere un ampio bagaglio di abilità: corsa, placcaggio e passaggio del pallone. Abilità psichiche come impegno, fiducia in sé stessi e concentrazione sono necessarie in ogni giocatore per sviluppare il proprio set di abilità multiple.
- Pressione: il rugby – al crescere del livello agonistico – crea pressione mentale (stress e ansia) attraverso i continui attacchi degli avversari e il processo decisionale tattico richiesto. La combinazione di questi fattori di stress rende il gioco un’esperienza piena di pressione e potenzialmente stressante. I giocatori devono essere in grado sia di esercitare pressione sugli avversari che di assorbire mentalmente la pressione degli stessi. (Dosil, 2006)
Per favorire le abilità psicologiche del singolo in una squadra è molto importante che il gruppo “remi” compatto nella stessa direzione; un fattore fondamentale lo gioca la motivazione poiché la «compagine sportiva è caratterizzata dall’incontro di motivazioni di gruppo secondo una linea gerarchica che vede, nell’ordine, i seguenti fattori: vocazionale, utilitario, affettivo, cognitivo» (Antonelli e Salvini, 1987, 286).
Per concludere, un’attività sportiva ottimale, deve riuscire a coniugare il training fisico con quello mentale; il mental training, per gli sportivi, non è solo uno strumento per migliorare le prestazioni ma anche per la salvaguardia mentale. Le prestazioni degli atleti sono per tanto lo specchio del loro benessere psico-fisico.
“A rugby si gioca con le mani e con i piedi, ma in particolare con la testa e con il cuore”
Diego Dominguez
A cura del Dott. Giorgio Sirianni
Dott. Alessandro Bargnani | CEO CISSPAT Lab
Bibliografia:
ANTONELLI, F., SALVINI, A. (1987). La psicologia dello sport. Roma: Edilombardo.
DOSIL, J. (2006). The sport psychologist’s handbook: a guide for sport-specific performance enhancement. Chichester: John Wiley & Sons.
HODGE, K., MCKENZIE, A. (1999). Thinking Rugby: Training Your Mind for Peak Performance. Auckland: Reed.
PINTONELLO, A., VITALI, F. (2015). Psicologia dello sport: Formazione, ricerca, consulenza. Limena: Libreria Universitaria.