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IBRAHIMOVIC E IL CHUNKING: ECCO PERCHE’ CONTINUA A SEGNARE
- 10 settembre 2021
- Posted by: amministratore
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Il 3 ottobre lo svedese compirà 40 anni ma la sua media realizzativa non ne sta risentendo.
Zlatan Ibrahimovic sembra riuscire a vincere la prometeica sfida che ogni atleta deve affrontare: quella contro il tempo. A tal proposito, al netto di diversi infortuni che ne hanno complicato la stagione, il suo rapporto gol / minuti giocati lo scorso anno racconta di un gol ogni 104 minuti, il migliore in assoluto considerando le sue 10 stagioni in serie A.
Questo dato è la sineddoche di un continuo miglioramento sul piano realizzativo che sta contraddistinguendo la carriera di Ibrahimovic e che è spiegabile, utilizzando una prospettiva psicologica, con il concetto di chunking.
Il chunking consiste nella capacità dell’intelligenza motoria di integrare mentalmente grandi quantità di informazioni. In ambito sportivo, questo “sistema di elaborazione” è di fondamentale importanza per la codifica visuo-spaziale che precede il gesto tecnico e, come dimostrato dai ricercatori canadesi Deakin e Allard[1], si tratta di un’attitudine notevolmente perfezionabile con l’esperienza poiché strettamente connessa con il repertorio di tracce mnestiche di cui dispone la memoria procedurale di ogni atleta. In particolare, nel calcio, affinare il sistema di chunking permette una lettura migliore di molteplici situazioni di gioco quali capire in anticipo, rispetto agli avversari, dove andare a raccogliere un cross o come smarcarsi e farsi trovare libero in area di rigore: momenti cruciali al fine di realizzare un gol.
Nel caso di Ibrahimovic e di molti altri attaccanti esperti, dunque, se da un lato le loro prestazioni atletiche incorrono nell’ineluttabile decremento dovuto al passare degli anni, dall’altro il raffinato sistema di chunking consente loro di “vedere” prima lo svolgersi delle azioni offensive e di aumentare l’efficacia di questi atleti negli ultimi 16 metri.
Questo concetto psicologico è riscontrabile in ogni tipologia di sport, tuttavia negli sport open skills, dove è necessario predire l’imprevedibile, adattarsi continuamente ad avversari ed imprevisti e domare infinite variabili, il chunking gioca un ruolo particolarmente determinante. In tal senso, questa potrebbe costituire la spiegazione per cui in tale tipologia di sport si raggiunga una completa maturazione in un’età più tardiva rispetto alla gran parte degli sport close skills i quali richiedono un sistema di chunking meno articolato.
[1] Janice DEAKIN e Fran ALLARD, Skiled memory in expert figure skaters in «Memory e cognition» (19), pp 79-86.
A cura del Dott. Peccolo Matteo
Dott. Bargnani Alessandro Ceo Psicologi dello Sport Italia